Sarà in libreria a partire dal 15 novembre il libro del giovane regista teatrale Alberto Oliva “L’odore del legno e la fatica dei passi”. 28 anni e quindici spettacoli teatrali al suo attivo, Oliva racconta il suo percorso professionale – dalle aule universitarie fino al mestiere di regista – attraverso aneddoti, parallelismi e tanta passione. Ma il suo è soprattutto uno sguardo lucido e ironico sulla realtà italiana di oggi, attraverso un’osservazione spietata del presente che giustifica il sottotitolo del libro “Resto in Italia e faccio Teatro”.
“L’odore del legno e la fatica dei passi” verrà presentato il 14 novembre presso lo Spazio Tadini di Milano, alle ore 20.30 e il 22 novembre presso il Museo della Fotografia di Brescia, alle ore 18.30.
Milano Weekend ha intervistato in anteprima l’autore, che racconta di aver deciso di scrivere il libro dopo essere stato contattato dalla casa editrice Atì. «Attraverso la mia storia potevo raccontare cosa significa avere trent’anni oggi in Italia: una generazione viziata e abituata ad avere tutto e subito, che non sa come fare a cambiare il proprio futuro. Lamentarsi non porta a nulla, bisognerebbe piuttosto prendere atto delle responsabilità che noi tutti abbiamo, prima di tutto, proprio verso noi stessi» afferma Oliva.
Senza svelare troppo al futuro lettore, l’autore prosegue: «Con l’aiuto di Elio Vittorini (Uomini e no, ndr) ho cercato un parallelismo tra i giovani di oggi e chi durante la seconda guerra mondiale si è scoperto eroe nella nostra stessa Milano e alla nostra stessa età. Quei giovani sono stati in grado di cambiare il loro futuro. Mi sono chiesto quale distanza separi queste due generazioni, oltre quella temporale dei settant’anni che sono passati. Credo che ci sia una riposta possibile: per quei giovani partigiani il nemico era visibile, le bombe si sentivano e non potevano essere ignorate. Noi non abbiamo capito contro chi dobbiamo combattere, ma non possiamo rassegnarci. Spesso è addirittura difficile avere ambizioni, ma anche avere dei progetti non basta per riuscire a realizzarli. Si deve essere disposti a fare tanta e tanta fatica per conseguire dei risultati, avere quel coraggio di cambiare le cose che oggi non c’è».
Ecco allora che quella che lo storico Giorgio Galli nell’introduzione chiama “minoranza intensa”, secondo la definizione di Weber, riferendosi a quei giovani che hanno una vocazione e si impegnano per trasformare la passione in capacità professionale, potrebbe divenire un esempio per gli altri. Ma Oliva tiene a precisare che: «Nonostante la mia giovane età e il numero di spettacoli al mio attivo non posso affermare di avere “successo”. In Italia per chi fa teatro è difficilissimo essere conosciuto e il mio nome non è noto al di fuori dello stretto e autoreferenziale mondo teatrale milanese. Mi accade anzi di sentirmi augurare di fare un “cinepanettone” come se fosse la cosa più naturale a cui ambire visto che faccio il regista. C’è qualcosa che non funziona, quello del cinepanettone è un filone legittimo, ma ci dovrebbe essere spazio anche per altro, invece fare breccia con la cultura è difficilissimo».
In questa stagione teatrale 2013/14 gli spettacoli di Alberto Oliva sono ospitati in quattro fra i maggiori teatri milanesi: Teatro Out/Off, Teatro Litta, Teatro Libero e Teatro Oscar.
L’odore del legno e la fatica dei passi
Resto in Italia e faccio teatro
di Alberto Oliva
ATì Editore
introduzione di Giorgio Galli