Il TAR della Lombardia ha accolto (per ora) il ricorso del Museo Leonardo3 contro il Comune di Milano per l’occupazione di suolo pubblico all’interno della Galleria Vittorio Emanuele.
La controversia, che prosegue ormai da diversi mesi tra rimpalli giudiziari e la poca disposizione al dialogo del Comune, ha portato il direttore del museo Massimiliano Lisa a quasi tre settimane di sciopero della fame, interrotto pochi giorni fa. “Non siamo riusciti a scalfire la loro indifferenza“, ha commentato.
Cosa succede tra Leonardo3 e il Comune di Milano
Il contenzioso tra il museo, nato nel 2013 come mostra temporanea dedicata allo studio delle opere ingegneristiche di Leonardo da Vinci e poi diventato sede espositiva permanente, sta andando avanti dall’estate 2024, quando il Comune di Milano ha comunicato lo sfratto al museo entro novembre dello stesso anno, per una controversia legata all’accordo tra concessionaria e Leonardo3. Un accordo di collaborazione: la concessionaria, una società di alberghi di lusso, forniva i 600 mq di spazi e i servizi, il museo la gestione e i contenuti.
Nel 2023 il Demanio ha accusato la concessionaria degli spazi di mantenere con il museo non un accordo di collaborazione, ma di sub-concessione, in violazione alle norme del contratto, oltre a morosità risalenti al periodo Covid e al mancato rispetto di normative antincendio. Da qui si è arrivati all’ordinanza di decadenza delle concessioni d’uso entro il 18 novembre 2024: la concessionaria, e di conseguenza il museo, dovevano andarsene, gli spazi messi all’asta.
Alla notizia di una possibile chiusura il direttore, Massimiliano Lisa, ha mosso dei dubbi riguardo la legittimità e la trasparenza dell’operazione, appellandosi prima al Comune e successivamente anche al Presidente Mattarella, per salvaguardare Leonardo3, che nel 2024 ha registrato 270mila ingressi.
Il TAR ha congelato anche questa sentenza, permettendo al museo di restare negli spazi che occupa da 12 anni. Almeno fino ad aprile, quando è attesa l’udienza del tribunale amministrativo. Il Demanio non ha commentato la situazione, rimandando alla sentenza del tribunale.

A questi contrasti si aggiunge anche l’occupazione di suolo pubblico, di cui il Comune di Milano aveva negato il rinnovo annuale. L’ingresso del museo infatti occupa circa 10 mq, condivisi con un altro occupante, Duomo 21 srl, società che gestisce ristoranti, bar e la passerella pedonale sul tetto della Galleria, che si vorrebbe rendere accessibile dagli ascensori che portano al museo.
La società Leonardo3 srl ha impugnato questa decisione, considerando poco equa la concessione degli spazi a Duomo 21 e il diniego al mancato rinnovo della concessione degli spazi. Il TAR ha rimandato la decisione a luglio, evidenziando la complessità della situazione e la necessità di esami più approfonditi prima di una sentenza definitiva.