In occasione delle Giornate di Primavera 2014 del FAI – Fondo Ambientale Italiano, riapre per due giorni al pubblico l’Albergo Diurno di Piazza Oberdan, ovvero gli ex bagni pubblici di Milano.
Sabato 22 e domenica 23 marzo preparatevi a un weekend di cultura nella storia di Milano, quella meno conosciuta: un’occasione preziosa per varcare la soglia di un luogo storico della città, sconosciuto ai più.
L’iniziativa, sostenuta dal Comune di Milano, si articola in due momenti distinti: domenica 9 marzo, infatti, una squadra di 50 volontari del Fai armati di pazienza e buona volontà procederanno a ripulire l’edificio (con l’acqua fornita da Atm e l’Amsa che si occuperà dello smaltimento dei rifiuti), che verrà formalmente aperto al pubblico durante le Giornate Fai di Primavera.
Aperto nel 1925 (e chiuso nel 1985), l’Albergo Diurno per decenni ha rappresentato una tappa obbligata per chi arrivava a Milano e cercava un momento di relax. Gli stessi milanesi che non avevano bagni privati in casa, li frequentavano abitualmente.
All’interno dell’edificio ci sono 6 bagni di lusso e 30 promiscui con vasche da bagno e docce. Nel salone ci sono gli spazi separati dove venivano offerti i servizi di manicure, pedicure e parrucchiere: ci sono, inoltre, anche le stirerie e il servizio di pulitura della biancheria.
Un appuntamento che potrebbe essere il primo passo verso un’opera di riqualificazione più ampia dell’Albergo Diurno: “Questa iniziativa è importante per far conoscere un luogo storico della città – ha dichiarato l’assessore ai Lavori pubblici e arredo urbano, Carmela Rozza -: il Comune è impegnato a restituire all’Albergo Diurno e a pizza Oberdan la dignità che meritano‘.
L’appuntamento è per il 22 e 23 marzo, con le visite guidate in programma dalle 10 alle 17. “Le Giornate di Primavera aprono agli italiani luoghi sconosciuti – è il commento di Andrea Rurale, presidente Fai Lombardia – e l’Albergo Diurno rappresenta un esempio straordinario di come sia possibile riappropriarsi e godere di bellezze che sono inaccessibili o chiuse al pubblico“.