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Riapre a Milano il Labirinto di Arnaldo Pomodoro

labirinto pomodoro milano

Nei sotterranei della Maison FENDI, all’interno di una delle tante ex fabbriche di via Solari dall’aspetto severo si nasconde un tesoro. Un luogo che sembra uscito dal set di Dune, o da un’epopea sumera, ma che arriva dalla mente geniale di Arnaldo Pomodoro. Il Labirinto è la sintesi immersiva dell’opera e della biografia dell’artista, tra simboli arcaici e linguaggio contemporaneo.

Dopo un lungo periodo di chiusura, il Labirinto tornerà a essere visitabile dal 20 marzo 2025, con accesso aperto a tutti previa prenotazione.

Il Labirinto di Arnaldo Pomodoro

La grande opera non è un semplice dedalo: è un luogo unico che sovverte l’idea tradizionale di labirinto, lontano dall’immaginario di siepi e giardini, ma avvolto nell’oscurità dei sotterranei. L’opera, ispirata all’Epopea di Gilgamesh, il primo grande poema allegorico della storia umana (2000 a.C. circa), conduce il visitatore in un viaggio tra mito e memoria, alla scoperta delle radici dell’esperienza umana.

Labirinto Arnaldo Pomodoro ph. Andrès Juan Suarez,
Courtesy of Fondazione Arnaldo Pomodoro

Le superfici scolpite del Labirinto richiamano antiche civiltà, con segni arcaici, cunei e trafitture che evocano una lingua perduta e dimenticata, ma che trasmette un senso di misteriosa familiarità. “Ho sempre subito un grande fascino per i segni, soprattutto quelli arcaici”, spiegava Pomodoro al critico Sandro Parmiggiani, “le impronte che scavo nella materia artistica, i cunei, i fili e gli strappi, mi vengono inizialmente da certe civiltà arcaiche”.

La visita al Labirinto, della durata di circa 45 minuti con guida, è un’esperienza immersiva che permette di esplorare non solo l’immaginario e la poetica di Pomodoro, ma anche le modalità, concettuali e concrete, con cui l’artista realizza le sue opere. Un luogo dove spazio, mito e arte si fondono in un’esperienza unica e senza tempo.

In continuità con la partnership tra FENDI e Fondazione Arnaldo Pomodoro, la sede ospita anche due opere-costume realizzate dall’artista e oggi esposte nell’atrio Solari 35: Costume di Didone (per Dido, Queen of Carthage di Christopher Marlowe, messa in scena a Gibellina nel 1986) e Costume di Creonte (per Oedipus Rex di Igor Stravinsky, messa in scena a Siena nel 1988).