Pubblicato in: Cinema

La vita accanto, disagio e riscatto nel nuovo film di Giordana

Luigi Maffei 3 mesi fa
la vita accanto

Arriva al cinema l’ultima opera di Marco Tullio Giordana. Il 22 agosto esce sul grande schermo La vita accanto, tratto dall’opera letteraria omonima di Mariapia Veladiano (Einaudi, 2010), vincitrice del Premio Calvino.

Il film è distribuito da 01 Distribution e vede come protagonisti Sonia Bergamasco, Paolo Pierobon, Valentina Bellè, Beatrice Barison, Sara Ciocca e Michela Cescon.

La vita accanto è una produzione Kavac Film, Ibc Movie, One Art con Rai Cinema, prodotta da Simone Gattoni, Marco Bellocchio, Beppe Caschetto, Bruno Benetti, con il contributo della Regione Veneto e con il sostegno della Veneto Film Commission.

La trama

Anni Ottanta, una città d’arte italiana, una famiglia ricca. Nasce Rebecca con una macchia rossa che ne deturpa il viso e getta nello sconforto la famiglia. Vengono a galla veleni antichi, solo il suo talento musicale, coltivato insieme alla zia (Sonia Bergamasco) le permetterà di superarli.

Scritto dallo stesso regista in cooperazione con Gloria Malatesta e Marco Bellocchio, La vita accanto è un racconto che si snoda attraverso quasi vent’anni, dal 1980 al finire dei Novanta. Un’epopea familiare che si snoda attraverso i drammi post parto di Maria (Valentina Bellè) e il suo convivere con la macchia rossa della figlia Rebecca, una vergogna troppo grande da esibire agli altri.

Osvaldo, il marito (un ottimo Pierobon) dispensa più amore rispetto a Maria ma il suo rapporto con la sorella Erminia (Sonia Bergamasco in forma smagliante, sia attoriale che musicale) è ambiguo e a tratti morboso.

In una situazione del genere Rebecca riuscirà a uscire fuori da una situazione soffocante grazie al suo innato talento musicale che le farà guadagnare autostima.

Il romanzo di Mariapia Veladiano è il racconto di come il disagio possa irrompere nella vita di una famiglia, sconvolgendola per sempre” – ha commentato il regista Marco Tullio Giordana – “Il tema centrale è il corpo, la cui accettazione è alla base di ogni identità, e come le sue eventuali imperfezioni (quanto reali? quanto immaginarie? quanto indotte dallo sguardo altrui?) possano portare alla violazione per modificarlo e accettarlo secondo i canoni di un’illusione”.