Sommario di questo articolo:
La signorina Else: sinossi
Else è un’appassionata fanciulla, alle prese con i primi turbamenti sessuali. Viene messa in difficoltà dalla richiesta dei genitori che necessitano di una grossa somma di denaro. È la madre stessa che, con cinismo, invita la figlia a vendersi per salvare la famiglia dalla bancarotta. L’unico modo per ottenere il denaro è infatti chiederlo a un ricco conoscente che da tempo la corteggia. Tutto il testo vive delle reazioni di Else a questa richiesta.
La singorina Else: recensione
“Dormito e forse anche sognato”, sono tra le prime parole che sentiamo pronunciare alla signorina Else.
“Morire, dormire…
nient’altro, e con un sonno dire che poniamo fine
al dolore del cuore e ai mille tumulti naturali
di cui è erede la carne: è una conclusione
da desiderarsi devotamente. Morire, dormire.
Dormire, forse sognare. Sì, qui è l’ostacolo” recita uno dei monologhi più noti della storia del teatro (‘Amleto’, atto III, scena I).
Quando si entra nel Teatro Studio Melato la scena è già apparecchiata e più di altre circostanze ci viene chiesto di partecipare al rito teatrale. Chi siede in platea, infatti, può indossare un camice divenendo a suo modo poco più che uno spettatore, è come se il regista, Federico Tiezzi, ci richiamasse per essere maggiormente attivi durante l'”autopsia” alla protagonista. Non è semplice portare in scena questa novella di Arthur Schnitzler, importante drammaturgo, ma in primis medico – natura e formazione che traspone nell’approccio teatrale. L’amico Sigmund Freud lo considerava un suo doppio teatrale e la messa in scena curata da Tiezzi (ha diretto anche Freud o l’interpretazione dei sogni, produzione del Piccolo Teatro della scorsa stagione) gioca proprio su questo (funzionali le maschere simboliche, in particolare, dei coccodrilli così come del coniglio, richiamando anche un certo immaginario).
Ci preme sottolineare subito che La signorina Else, senza nulla togliere a Martino D’Amico, si regge sulla densa interpretazione di Lucrezia Guidone.
L’autore viviseziona la mente e l’anima di un’adolescente, facendoci entrare nel flusso di pensieri, che l’attrice rende con la diversa articolazione del linguaggio e con una postura che passa da orizzontale (sul tavolo del teatrino-obitorio, richiama il secentesco Teatro Anatomico dell’Ospedale del Ceppo di Pistoia dove lo spettacolo ha visto il suo debutto) a verticale (all’occorrenza mossa dall’arma della seduzione) fino a chiudere il cerchio nell’atto finale.
Schnitzler – e di riflesso Tiezzi (si è occupato anche dell’adattamento insieme a Sandro Lombardi e Fabrizio Sinisi) – riesce a mostrare come sotto il perbenismo della società viennese, si cela una profonda solitudine dell’essere umano constatabile sia nella protagonista che nel signor von Dorsday (D’Amico), ma con sfumature – essenziali – ben diverse. Raggela il sangue il pensiero che persino all’interno del proprio nucleo familiare possa esserci del marcio (non a caso il riferimento al testo shakespeariano) e questa rappresentazione ci fa percepire tutto il capovolgimento dei valori.
Nota di merito va anche alla partitura musicale (pianoforte e violoncello Dagmar Bathmann, percussioni Omar Cecchi, clarinetti Lorenzo Laurino) con una funzione ora di straniamento ora di contrappunto a questo atroce viaggio interiore.
La signorina Else: tournée
Dopo la programmazione al Piccolo Teatro, La signorina Else prosegue la tournée:
– 22 gennaio Teatro Tirinnanzi di Legnano
– 25 gennaio Teatro Niccolini di San Casciano (FI)
– 26 gennaio Teatro della Rosa di Pontremoli
– 27 gennaio Teatro Comunale di Lamporecchio (PT)
– dal 29 gennaio al 3 febbraio Teatro di Villa Torlonia di Roma
– dal 7 al 9 maggio Teatro Anatomico di Bologna
– 11 maggio Teatro Mascagni di Popiglio (PT)
Riassumendo
La signorina Else, dall’8 al 20 gennaio
Piccolo Teatro Studio Melato
DURATA: 80′
ORARI: giovedì e sabato h 19,30; mercoledì e venerdì h 20,30;
domenica h 16
PREZZI: platea 33€; balconata 26€