Il Teatro alla Scala omaggia il grande direttore d’orchestra Lorin Maazel, scomparso all’età di 84 anni la scorsa domenica, 13 luglio.
Con l’Aida in programma nel 2015 (all’interno del programma scaligero per Expo), per la regia di Peter Stein, Lorin Maazel avrebbe compiuto sessant’anni di rapporto con la Scala. Ancor più lunga è la sua storia personale con il palcoscenico del Piermarini e con l’Italia, se si considera che fu il Maestro dei maestri scaligeri, Arturo Toscanini ad ascoltarlo per la prima volta, ancora bambino, a New York, intuendone il talento straordinario, prevedendone e avviandone la carriera.
Alla Scala, Lorin Maazel aveva debuttato nel 1955 con un concerto sinfonico, dirigendo Aldo Ciccolini, due anni dopo il più grande dei pianisti italiani, Arturo Benedetti Michelangeli. Dopo diversi contributi alle stagioni di concerti, giungeva il debutto in golfo mistico con Roméo et Juliette, nel 1961, seguita da un Tristan und Isolde di Wagner in cui cantavano le leggende Birgit Nilsson e Wolfgang Windgassen.
Maazel si era già avviato a diventare un musicista di famiglia, chiamato con regolarità a dirigere sia l’opera, e tutte le generazioni di grandi voci scaligere del passato, sia l’Orchestra Sinfonica, poi Filarmonica della Scala, fino ai giorni nostri, in un vastissimo repertorio concertistico: Mozart, Haydn, Beethoven, Schubert, Schumann, Brahms, Ciaikovsklj, Ravel, Bartok, Prokofiev, Britten, Skrjabin, Sibelius, Stravinskij, Respighi, Messiaen.
Il 1966 era l’anno di Don Giovanni di Mozart, cui seguivano il Verdi di Falstaff e Aida nelle inaugurazioni del 1980 e del 1983, Fidelio di Beethoven (1990), il Puccini di Turandot (1983, 1985, 1988, 1989), La fanciulla del West (1991), Manon Lescaut (1992) e Tosca (2006), ancora il Verdi di Luisa Miller (2001) e Traviata (2007), ma sua era anche la direzione dell’opera di Berio, Un re in ascolto, al debutto del 1986. Ed è Maazel direttore e compositore a lasciare l’ultimo segno, nel 2008, con 1984, opera da lui composta sul tema orwelliano della perdita dell’identità, in uno spettacolo molto forte di Robert Lepage.
Aida, nella Stagione dell’Expo, avrebbe celebrato il suo sessantesimo compleanno con la Scala, da lui diretta in quattro tournée internazionali (Canada, Corea, Giappone, Russia), ma nella storia del Teatro alla Scala Lorin Maazel era già entrato e resterà.