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Al Parenti va in scena La Nebbiosa di Pasolini – La nostra recensione

ph Laila Pozzo

Diverse volte su queste pagine abbiamo voluto dare spazio anche alla Milano di ieri: La Nebbiosa di Pier Paolo Pasolini racconta proprio la Milano scomparsa e, al contempo, in evoluzione (ovviamente tenendo conto del periodo in cui è ambientata).

Lo spettacolo ha debuttato in prima nazionale al Teatro Franco Parenti di Milano lo scorso 8 febbraio e sarà in scena fino a domenica 19. Ciò che innanzi tutto colpisce è l’atteggiamento di scambio e collaborazione nel sistema teatrale milanese. E’ lodevole che un teatro come il Franco Parenti dia spazio a una produzione giovane milanese, che ha sì il suo pubblico, ma più “ridotto” e in una sede più “defilata” (Teatro Linguaggicreativi), permettendo così di arrivare ad altri spettatori.

Non è semplice trattare Pier Paolo Pasolini, comunicare il suo mondo e quel mondo che così bene e con uno stile personale sapeva affrescare. La maggior parte di noi conosce più i ritratti di borgata romana grazie ai film o a romanzi come ‘Ragazzi di vita’. Nell’estate 2015, sul palco della Sala Grande del Parenti, un impeccabile Fabrizio Gifuni, perfettamente calato in quelle parole, dava voce e gesti a Riccetto & company. In questi giorni, invece, dei giovani attori – Stefano Annoni e Diego Paul Galtieri – hanno deciso di incarnare il Rospo, il Teppa, il Contessa, il Toni detto Elvis, Mosè, Gimkana e le loro vittime. La location è cambiata, è Milano, così come l’humus alle spalle di questi ragazzi, eppure la pelle, a tratti, sembra la stessa: cercano di sopravvivere.

Chi conosce la sala lo sa, tanto più se si riesce a stare nelle prime file, si è a ridosso di scena e attori, non c’è palco. Quando si entra si percepisce una scia di nebbia, pronta a scomparire per poi tornare in un momento ad hoc. La sera del debutto ad aprire le danze è stata Miss Sophie Champagne e ogni giorno è toccato e toccherà a una special guest. Poi prende la parola Annoni che presenta i ragazzi che di lì a poco ci scorreranno sotto gli occhi. Il pubblico impara, passo dopo passo, a conoscere in particolare la voce di un ragazzo che racconta, in soggettiva, che voleva «essere come loro».

«Nell’aria ghiacciata e nebbiosa» questi teddy boy di fine Anni ’50 cercavano di rimanere a galla in una Milano che si stava evolvendo e per cui, forse, non c’era posto per loro. In una scena si riconosce lo stesso artista (richiamato anche dagli occhiali scuri e dal trench): «no, io non sono un profeta, sono un altro infelice come voi». Nella narrazione tra i due interpreti, scandita dai suoni della batteria, più personaggi prendono voce raccontando la Milano non economica, ma più noir, quella più “sporca”, mentre la “Milano bene” si stava arricchendo dimenticandosi o, probabilmente, solo fregandosene di chi era (ed è) ai margini. Annoni e Galtieri sfruttano ogni costume e mezzo a disposizione per restituire, con semplicità e artigianalità (vedi il telo bianco e i travestimenti), il canto ora strozzato, ora urlato di quella “fauna umana”.

Lo spettacolo è liberamente ispirato alla sceneggiatura de ‘La Nebbiosa’ di Pier Paolo Pasolini, scritto da Stefano Annoni e Paolo Trotti (quest’ultimo ne cura anche la regia). «I grattacieli crescono ancora, crescono di più e non si chiamano Pirelli e Galfa, ma Bosco Verticale e Unicredit. Milano è cambiata, ma quanto in fondo? È cambiata la lingua, la musica, non ci sono più i teddy boy o forse le bande hanno solo cambiato nome e modo di vestire. Il punto fondamentale è capire se la speranza di allora, che sembra essersi persa, era reale o solo disperata illusione. Oggi che la Nebbia in città fatica a entrare, galleggiamo ancora?», si interroga Annoni.

RIASSUMENDO

La Nebbiosa – Teatro Franco Parenti

Dall’8 al 19 febbraio

DURATA: 80′

ORARI: venerdì h 19,15; sabato h 21; domenica h 16,15

PREZZI: intero 15€; over65 e under26 12€

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