“La mia chitarra è magica”, così diceva Lou Reed, rocker e poeta in musica, scomparso il 27 ottobre scorso, a 71 anni.
Alcune chitarre di Reed nascondono un segreto, come riporta il Corriere della Sera: sono nate a Milano, in una piccola azienda di Lambrate, la Noah guitArs.
Qui l’insegnante di inglese appassionato di chitarra Gianni Melis, l’architetto Renato Ruatti e il caporeparto dell’Aermacchi Maurizio Noia, specializzato in lavorazioni metallurgiche, producono artigianalmente chitarre personalizzate: in oltre 20 anni di attività quasi cento strumenti diventati grazie al passaparola oggetto del desiderio di molti artisti famosi; a suonare uno di questi piccoli capolavori del made in Italy, Spreengsteen, Sting, i Muse e Saturnino, il bassista di Jovanotti.
Nel 1993 i tre soci hanno l’idea di riprodurre in alluminio la Fender Telecaster, un must have per i chitarristi: lo scopo è regalare nuove sonorità a un classico del rock. Si tratta di un’iniziativa coraggiosa, che deve vincere la forte resistenza dei musicisti abituati al legno e che alla lunga si rivela vincente.
Proprio dopo aver ascoltato Sting suonare una delle chitarre Noah, Lou Reed se ne innamora e ne acquista una che, in breve, diventa la sua preferita. “Se fossero sufficienti i componenti e i materiali migliori, qualsiasi buon liutaio sarebbe in grado di fare questi strumenti. Tuttavia qui c’è spazio per la magia e nessuno sa da dove questa arrivi” aveva dichiarato l’artista che durante la sua ultima visita nel capoluogo meneghino aveva passato l’intera giornata a Lambrate per scoprire il processo di fabbricazione degli strumenti, per parlare di saperi artigianali, materiali e manualità.
Domenica i fondatori di Noah erano a New York, a casa di Lou Reed, invitati nella sezione “design, food e fashion” alla cinque giorni dedicata al grande performer.