Dal 21 maggio al 21 giugno, sulla facciata di Palazzo Reale sarà proiettata L’età d’oro di Milano, quindici minuti di luci e colori, musica e proiezioni per raccontare lo splendore del Quattrocento milanese. L’iniziativa fa parte di Expo in città.
È di pochi giorni fa la dichiarazione del Financial Times, secondo il quale Milano sta vivendo un nuovo Rinascimento: un’inattesa metamorfosi della città che si mostra “protesa verso una nuova identità”.
Ma il primo Rinascimento, la prima, vera “Età d’oro” della città è stato il Quattrocento, il secolo che rese Milano famosa in Europa sotto il ducato prima dei Visconti e poi degli Sforza e che si vuol celebrare attraverso un’opera urbana multimediale ospitata a Palazzo Reale.
La serata inaugurale prevede uno spettacolo di performer dal vivo, con musiche e proiezioni. Nelle altre serate, dalle ore 21:30 alle 24:00, l’opera sarà presentata in forma d’installazione. Il progetto si snoda attraverso quattro temi, i quattro focus che connotavano la città nel Quattrocento e che definiscono, ancora oggi, il DNA di Milano: Raffinatezza, eleganza e cultura nella vita di corte (cultura, moda e design, nella Milano di oggi); Conquiste territoriali ed egemonia nel Nord della penisola (leadership commerciale e aziendale che Milano ancora conserva nell’Italia di oggi); Assistenza ai malati e agli indigenti, come la costruzione della Ca’ Granda e del Lazzaretto dimostrano (ancora oggi, Milano è la capitale italiana del volontariato); Rinnovamento urbanistico e architettonico, con le grandi fabbriche del Duomo, del nuovo Castello Sforzesco, della Ca’ Granda, del Lazzaretto, di Santa Maria delle Grazie (la grande tradizione architettonica della Milano moderna e contemporanea), e vitalità commerciale e industriale, con produzione di tessuti, argenterie, armi (Milano, anche oggi, dialoga commercialmente coi principali mercati europei).
Le grandi immagini proiettate, ispirate all’iconografia dell’epoca (tarocchi, miniature, affreschi, disegni leonardeschi etc.) cercano di suggerire il “clima” dell’epoca, pur con richiami al mondo di oggi, soprattutto nel finale del video, in cui il mondo di ieri e di oggi convivono in una giostra festosa. Grande attenzione è stata dedicata alla musica, ispirata alle composizioni, agli strumenti, alla vocalità dell’epoca, ed anche ad elementi del paesaggio sonoro tipico della città nel XV secolo.
Una rielaborazione attenta al linguaggio contemporaneo per la composizione del sound design e della musica, originata da un Sanctus di Franchino Gaffurio, maestro di cappella del Duomo di Milano ritratto da Leonardo in un suo celebre dipinto. La Regia del suono sarà curata da Massimo Marchi, mentre drammaturgia e regia visiva da Paolo Castagna.