Kanji Milano ha aperto nel 2010 con la formula all you can eat, rileggendola in chiave raffinata e creativa. Le ricette uniscono la tradizione giapponese di gunkan, futomaki e sashimi con l’innovazione e la ricerca di sapori nuovi, azzardando accostamenti molto originali.
I ristoranti firmati Kanji Milano sono diventati tre: in via Aminto Caretto 4, via Broggi 17 e in via San Marco 27 (i giorni di apertura potrebbero variare in base alle regole contro il Covid).
Tradizione orientale e cura della materia prima italiana
Da Kanji si porta in tavola una tradizione culinaria e una passione tramandate nel corso delle generazioni: Jay Lin ha appreso l’arte della cucina dal padre, Akan Lin, chef nonché uno dei primi sushi man del capoluogo lombardo, e negli ultimi anni ha contribuito a portare i sapori orientali a Milano, con diversi locali come Fusho, Ramen Shifu e Wok’in.
In cucina ogni cosa è controllata maniacalmente, dagli ingredienti come il pesce, che arriva ogni giorno da un fornitore italiano certificato, fino alla cura dei locali, per i quali il giovane fondatore Jay Lin si avvale del servizio di pulizia industriale due volte a settimana.
Kanji Milano: la nostra prova del servizio delivery
Kanji riserva la stessa cura verso l’estetica del piatto anche nel servizio delivery, effettuato dallo staff interno con consegne ogni settimana anche fuori Milano (principalmente Assago, San Giuliano Milanese e Gorgonzola). Gli ordini si possono effettuare tutti i giorni e offrono sia un menù alla carta sia tre proposte di degustazione da cinque, otto o dieci portate.
Abbiamo provato il servizio delivery scegliendo la formula delle box degustazione, ricevendo una cena abbondante e curata nel packaging. Ogni confezione è assemblata con cura verso la presentazione dei piatti, visibili dal coperchio trasparente.
Consigliamo di non perdere i takoyaki, polpette ripiene di polpo tipiche di Osaka e piuttosto difficili da trovare nei classici ristoranti di sushi. Dopo gli antipasti caldi ovviamente non potevano mancare gli uramaki, proposti in abbondanza e tutti diversi. Si va dal Karate Tuna, con fiore di zucca e salsa alla rucola fino agli uramaki realizzati con il riso venere.
I gusti sono particolari e innovativi, staccandosi dai tradizionali sushi proposti nei ristoranti all can you eat. Sicuramente il pezzo più particolare della box è l’hosoberry, un Hosomaki di salmone croccante con philadelphia, fragola e salsa unagi. Un gusto particolare e interessante, perfetto per chiudere il pasto con un dolce non dolce.
La consegna a domicilio sta diventando un vero must per i ristoranti in questo periodo, e Kanji Milano sicuramente riesce a unire la proposta di una materia prima di ottima qualità e filosofia che rispetta la tradizione aggiungendo proposte creative a una ricerca nella presentazione del piatto anche a distanza, trasmettendo a chi è a casa la cura al dettaglio tipica della cucina giapponese.