“Primissimo allenamento, facciamo possesso palla. Lui non la perde mai, gli resta sempre incollata al piede. Quel giorno pensai che avrebbe fatto la storia dell’Inter”, così Giuseppe Bergomi racconta l’esordio nella squadra nerazzurra dell’argentino Javier Zanetti che ne diventerà capitano nel 1999.
Lunedì 28 ottobre alle ore 19.00 presso il Mondadori Multicenter di via Marghera “El tractor” presenterà il suo libro Giocare da uomo. La mia vita raccontata a Gianni Riotta: segreti, curiosità, storie mai raccontate su vent’anni di carriera all’Internazionale. Interverrà lo stesso Gianni Riotta, il celebre giornalista che ha raccolto le confessioni del calciatore.
Zanetti è un campione in campo e fuori campo: compagni e allenatori, tifosi e avversari, ne hanno sempre ammirato non solo le qualità tecniche ammirano la tenacia e la costanza in campo, ma anche la generosità. Ha creato, infatti, la Fondazione Pupi a sostegno dei bambini e ragazzi disagiati dei barrios di Buenos Aires come quello dove è cresciuto e dove, per aiutare la famiglia, lavorava come muratore insieme al padre o consegnava il latte alzandosi alle tre del mattino.
Quello che oggi è considerato l’erede di Giacinto Facchetti, è approdato da giovanissimo all’Inter del presidente Moratti: a partire dal 1995, Zanetti ha legato in modo indissolubile la propria carriera alla maglia nerazzurra, ultima «bandiera» in un calcio dove i grandi campioni sono spesso fuoriclasse senza radici. Grande esempio per tutti i compagni, autorevole e equilibrato, il capitano corre palla al piede puntando l’uomo. Oggi come ieri regnando incontrastato sulla fascia.