Sommario di questo articolo:
Io sono Mia di Riccardo Donna è un’opera molto attesa in primis dai fans di Mia Martini, ma anche per la portata che può avere oggi parlarne. Dopo il grande e meritato successo di ‘Fabrizio De André. Principe Libero‘, la Rai sceglie di riportare per alcuni giorni (dal 14 al 16 gennaio con Nexo Digital in ben 285 sale) un suo prodotto prima della messa in onda (prevista immediatamente dopo il Festival di Sanremo).
Io sono Mia: la sinossi
Sanremo ’89. Un’esile figura femminile percorre i corridoi che portano al palco del teatro Ariston. È Mia Martini (Serena Rossi) al suo rientro sulle scene dopo anni di abbandono: “Sai la gente è strana prima si odia poi si ama” è la prima strofa della sua nuova canzone, della sua nuova vita.
Mimì, in una serrata intervista con Sandra (Lucia Mascino), una giornalista che in realtà a Sanremo vorrebbe incontrare Ray Charles e che considera Mia Martini solo un ripiego, ripercorre la sua vita: gli inizi difficili da bohémienne; il rapporto complesso col padre che, pur amandola, la ostacola fino a farle male; una storia d’amore contrastata che la travolge segnando il suo destino sentimentale; il marchio infamante di iettatrice che le si attacca addosso come la peste condizionando la sua carriera con alti e bassi vertiginosi; il buio, fino alla nuova dimensione di vita più pacificata.
Io sono Mia è la storia di un’artista unica dalla voce inimitabile, la storia di una donna appassionata che ha amato fino in fondo con ogni fibra del suo essere.
Io sono Mia: il trailer
Io sono Mia: recensione
Ci sono artiste e donne di cui non è semplice narrare la storia poiché hanno alle proprie spalle un vissuto forte. Sono necessari tatto e delicatezza, oltre che una grande cura nella fase di documentazione, capacità che Monica Rametta (autrice di soggetto e sceneggiatura) dimostra e con lei tutto il cast tecnico e artistico. Dopo le inquadrature del mare e dall’alto di una Sanremo particolarmente illuminata (quasi ad annunciare le luci della ribalta), cominciamo a seguire la cantante di spalle, da dietro le quinte fino al momento in cui sale sul palco per provare quarantotto ore prima dell’esibizione. Siamo nel 1989. Nel corso di questo momento assistiamo al primo flashback: la Martini da piccola canta davanti allo specchio nella sua cameretta mentre i genitori (interpretati rispettivamente da Duccio Camerini e Gioia Spaziani) discutono – il padre appare molto duro nei confronti di questa passione.
La struttura di Io sono Mia procede per balzi temporali, favoriti da un escamotage. L’artista, infatti, viene spinta ad accettare un’intervista con una giornalista molto affermata (la brava Lucia Mascino), ma che in realtà punta a incontrare Ray Charles. Per scelta del direttore si ritrova a ripiegare su di lei e sia gli spettatori che la Martini avvertono il suo scarso interesse nel porre le domande. Grazie a questo dialogo tra donne, in cui non manca l’andare sulla difensiva da parte di Mimì, iniziamo a ripercorrere i momenti salienti della sua carriera artistica che ben si intreccia col privato. Gli anni Settanta sono segnati dall’ascesa. Sin dall’inizio la Martini ha accanto a sé la sorella Loredana (una credibile Dajana Roncione), è con lei che incontra Toni (a cui dà volto Daniele Mariani, giusto nel saper esprimere un personaggio a tratti sopra le righe) un amico che la segnalerà per una sostituzione. Da quel momento ci sarà una svolta. Spesso si dice che bisogna essere nel momento giusto al posto giusto e così avvenne per Mia Martini quella sera, in cui si fece notare dall’impresario Alberigo Crocetta (un Antonio Gerardi che continua a non smentirsi) e con lui un’amica vera, Alba (a cui dà corpo Nina Torresi, il cui sorriso svela la genuinità di quel rapporto).
Non vogliamo svelarvi completamente tutte le tappe che vengono trattate tra gli anni Settanta e Ottanta, anche per farvele gustare durante la visione in quanto Io sono Mia ha il merito di far toccare con mano quegli alti e bassi che hanno caratterizzato il suo iter. Se da un lato la regia è molto classica, dall’altro va evidenziata l’attenzione verso le ricostruzioni (sia sul piano scenografico che dei costumi e del suono) fin nei minimi dettagli.
Un discorso a parte merita la protagonista, Serena Rossi, di cui emerge non solo l’impegno profuso, ma anche il grande talento canoro (senza mai voler imitare un’artista insuperabile, pure nel timbro) e la scelta di porsi a servizio del racconto. I suoi occhi restituiscono perfettamente il vissuto di Mimì, segnato dal rapporto conflittuale col padre, da un amore travolgente che la devasterà (qui riassunto nel rapporto con Andrea, reso perfettamente da Maurizio Lastrico) e dalle maldicenze sul proprio conto, abili nell’affossarle la carriera e nel minarla intimamente.
“Io sono Mia è un racconto imperfetto, come è giusto che sia, perché alcune cose Mimì non ha potuto raccontarcele, ma le abbiamo immaginate.
Un racconto imperfetto, ma umano e attuale.
Perché proprio in questo mondo dove la macchina del fango è diventato uno sport molto diffuso, è giusto rendere omaggio a Mimì che della calunnia fu una tragica vittima.
Un lavoro che vorrei dedicare alla generazione che nasceva quando Mimi moriva e che forse, grazie a questo film, la conoscerà.
E come ultimo appunto di questo mio diario mi piace il titolo “Io sono Mia” . Perché racchiude il riscatto di una vita vissuta con dolore” (dalle note di regia) .
Il nostro voto
7
La frase
“Se non canto non vivo”
Scoprite nel nostro articolo quali sono i film più attesi del 2019.