Sabato, domenica e lunedì (22-24 febbraio) nella tipica scansione del suo cartellone che ricorda il titolo di una famosa commedia di Eduardo, il Teatro Pim Off ospita nuovamente la compagnia di Michele Abbondanza e Antonella Bertoni.
La “prima milanese” di Esecuzioni segna anche il ritorno in scena insieme, a qualche anno di distanza, di una coppia di ferro della danza italiana, dopo alcuni progetti che hanno visto invece Antonella esibirsi da sola o con allievi/compagni di strada (Le fumatrici di pecore o Scena madre presentati proprio nella sala di via Selvanesco) e Michele (Abbondanza) impegnato dietro le quinte, in regia.
Sul palco due luminosi fantasmi, lui in smoking, bianco, lei in abito lungo di seta, dello stesso colore, che passano dall’estraneità più totale a una sorta di complicità danzando in modo quasi onirico in una nube nera che è uno spazio mentale, una “stanza dello psicanalista” in cui è più facile dare voce (corpo) a diversi stati d’animo, pensieri, ossessioni. Anche le più private e inconfessabili.
“Esecuzioni” è un titolo forte, che allude al fare, all’agire, alla performance del musicista e fors’anche alla pena capitale. Ma il sottotitolo “Duo d’assoli” è tutto un programma, molto intrigante. Cosa significa per te, per voi?
“Questo progetto è un classico Abbondanza/Bertoni: una volta i “duo” erano il nostro pane quotidiano, prima di approdare agli spettacoli “di massa” degli anni ’90 e Duemila. Ci torniamo dopo tanto tempo con questo “duo d’assoli” che è naturalmente un ossimoro e un paradosso. Ma che ha una spiegazione plausibile…
Quale?
“Fin dalle prove abbiamo lavorato insieme ma separatamente, incrociando poi le improvvisazioni nate in solitario. Questo ha portato a una logica disarmonia, a una difficoltà drammaturgica, ma successivamente ci ha dischiuso una serie di possibilità nuove. Sono l’alchimia e la dinamica che nascono da due racconti paralleli. Se posso osare una metafora…
Osa, osa…
“Il nostro spettacolo ricorda le discese di due sciatori che partecipano a una gara. Seguono lo stesso percorso, affrontano le stesse difficoltà, ma vivono due avventure diverse. In questo caso, poi, è irrilevante arrivare ‘primi’. Quello che conta è comunicare allo spettatore, con il nostro linguaggio che è tutto di movimento, con qualche suono. Beh, più di qualche suono, per la verità…
Qual è la colonna sonora dei 55’ di “Esecuzioni”?
“Sono soprattutto musiche di Corelli e il magnifico Miserere del compositore estone Arvo Pärt, cui si aggiungono alcune ballate popolari per fisarmonica e molti rumori, suoni reali registrati di ristoranti, moto, auto, pioggia…”.
Domenica, oltre allo spettacolo, condurrete anche una masterclass. A chi si rivolge?
“A chi vuole farsi coinvolgere: studenti, allievi, danzatori, attori… la distinzione oggi non ha più senso: l’attore è bravo quando si sa anche muovere bene e il danzatore lo è se sa anche commuovere con suoni e parole, come fa l’attore”.
Quale sarà il prossimo appuntamento per i fan della compagnia?
“Il 16 luglio debutteremo a Bolzano Danza con “Duel”, il nuovo lavoro di gruppo ispirato al libro della Genesi. In scena tre generazioni di performer, con diverse caratteristiche e fisicità. Bambini compresi”.