È legittimo, anzi addirittura pensabile, di poter essere felici in tempi così difficili, in cui la cronaca ci propina quasi ogni giorno immagini drammatiche che ci fanno quasi perdere la speranza? In tempi in cui basta trovarsi in un aeroporto, essere in metro mentre si va al lavoro, sul lungomare, in un mercato o qualsiasi altro posto per rimanere invischiati in un attentato, un incidente? A chiederselo è l’ultimo film di Walter Weltroni che sarà al cinema il 22, 23 e 24 maggio.
Si intitola “Indizi di felicità” e più che un film è un docufilm che vede tornare l’ex Ministro per i Beni Culturali nuovamente alla regia, dopo “Quando c’era Berlinguer” e “I bambini sanno”, con una raccolta di storie dove protagoniste sono le persone “comuni” che per diversi motivi – come tutti – hanno sofferto, ma anche trovato dei momenti di felicità. Anzi, veri e propri indizi che sono segni di vita vissuta, tracce che, in mezzo al dolore come in un campo che è ancora fertile pur se non si vede, mostrano come è sempre possibile che cresca una piantina.
Tante le storie, tra cui quella di due genitori, quasi all’inizio, intervistati nello stesso posto dove si erano dati il primo bacio, persone solari che raccontano qual è stato il momento più bello della loro vita e che hanno dietro una tragedia enorme: la morte del figlio affetto da lesione cerebrale.
O quella dell’uomo che ha vissuto l’Olocausto e ha perso un padre e una sorella, ma non la voglia di vivere e aiutare gli altri. E ancora: lo studente di seminario che va allo stadio insieme ai tifosi della Sampdoria, il lavoratore che a 35 anni era dato per spacciato perché gli avevano diagnosticato un tumore e pochi mesi di vita, la donna che si è salvata durante l’attentato alle Torri Gemelle e tanti altri ancora.
Tutti accomunati dal coraggio di riconoscere quegli indizi di felicità che possono arrivare anche dopo grandi tragedie perché, come si dice nel film, “La felicità è entusiasmo” ed è difficile che nessuno l’abbia mai provato. Ma soprattutto “è reale solo se viene condivisa”, come scrisse Christofer McCandless, protagonista di “Into the wild”.
Una serie di interviste che vi faranno in tanti momenti commuovere, in altre vi stupiranno perché ci saranno storie che non avreste immaginato, in altri casi vi faranno anche ridere e sorridere. Interviste che, a nostro avviso, avrebbero potuto anche essere più approfondite e che lasciano in uno spettatore un po’ più curioso diversi dubbi non risolti, cosa che probabilmente è nelle intenzioni del regista che, comunque, bisogna riconoscerlo, in ogni caso non vuole dare “lezioni di vita”, ma mostrare concretamente dei momenti di vita vissuta.
Di certo lo spettatore uscirà dal cinema facendo una riflessione profonda sulla sua vita e forse provando a cogliere “piccoli indizi di felicità”.
Bello il brano scelto per accompagnare il film è La luna piena di Samuel, scritto dal cantante insieme a Jovanotti.
A Milano il film verrà presentato in anteprima in diretta via satellite nei cinema italiani in collegamento dall’Anteo SpazioCinema il 22 maggio alle 20.30 dal regista assieme a Ilaria D’Amico e Antonio Albanese per confrontarsi, prima della proiezione, sul tema chiave del film e domandarsi che cosa significhi oggi la parola felicità.
Sarà poi nei cinema anche il 23 e 24 maggio. Quanto alle sale milanesi, potrete vederlo all’Ariosto (23 e 24 maggio), Anteo, Arcobaleno Film Center, Ducale, Plinius, The Space Odeon, Uci Gloria (22 e 23 maggio), Uci Bicocca.
L’elenco completo delle sale su www.nexodigital.it.
Una frase: “La felicità è guardarsi intorno”
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