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“Tra un uomo…e una donna” leggiamo sui titoli di testa de Il tuo ultimo sguardo di Sean Penn, con la prima dicitura che compare a sinistra dello schermo e la “lei” a destra subito dopo. C’è già una forte traccia in questo inizio, non solo “banalmente” di chi possano essere i protagonisti. Verso la conclusione, infatti, tornerà come suggestione, ora coi volti, il tutto strettamente e poeticamente connesso al titolo, ma non vogliamo rivelarvi oltre.
Il regista de ‘La promessa‘ (con Jack Nicholson) sceglie di tratteggiare una grande storia d’amore, di quelle che travolgono i personaggi e di riflesso – in teoria – anche la platea di turno. In questo aspetto, Il tuo ultimo sguardo, si rivela un po’ altalenante nella resa emotiva, con un Javier Bardem non sempre in parte, mentre la “lei” interpretata da Charlize Theron riesce a trasmettere una forte visceralità che fa a pugni con gli aspetti più razionali e le paure (come quella del lasciarsi andare).
Il loro amore è sbocciato in una situazione estrema: il conflitto armato in Siberia e Sierra Leone (le altre location sono Sud Sudan, Sudafrica con Città del Capo, Ginevra). Il dottor Miguel Leon (Bardem) è un medico impegnato in una missione di aiuto sanitario, mentre la dottoressa Wren Petersen (Theron), figlia “d’arte” è su quel territorio perché medico, ma ancor più direttrice di un’organizzazione umanitaria.
La donna non è abituata a tanto dolore, a un rischio mortale sempre in agguato e somatizza l’impatto con quella sofferenza quotidiana. Penn, dal canto suo, non risparmia l’esplicitazione facendo assistere allo spettatore a operazioni in condizioni estreme e rappresentando situazioni che denunciano l’effettivo stato di quelle zone.
C’è una scena, in particolare, che ricorda ‘Beasts of No Nation‘ in cui la squadra è messa ulteriormente a dura prova, con i bambini aizzati contro i propri famigliari. In sbalzi temporali, con un continuo avanti e indietro nel tempo (la storia si svolge nell’arco di tredici anni), assistiamo alla “fatica” di Miguel e Wren nel mantenere vivo il loro rapporto, nonostante le opinioni di entrambi per risolvere il conflitto.
Penn è molto impegnato nel sociale. Nel gennaio del 2010 ha fondato J/P Haitian Relief Organization (J/P HRO), che ad Haiti, con uno staff di numerosi professionisti, si occupa di intervento medico, istruzione, miglioramento delle condizioni di vita dei rifugiati, costruzione di nuove abitazioni e sviluppo della comunità.
Questo lungometraggio è l’eco di questa sensibilità dell’artista, in parte probabilmente anche degli interrogativi che si è posto, senza aver timore di mostrare le contraddizioni umane. Purtroppo Il tuo ultimo sguardo pecca di una certa fluidità narrativa che non ci fa promuovere a pieni voti il film.
Alcune curiosità: il produttore Matt Palmieri ha conosciuto questo “materiale” grazie all’amicizia di lunga data con la scrittrice/regista Erin Dignam, la quale “ha vissuto a lungo in Africa Centrale per fare ricerche sulla storia e ha anche adottato due bambini della Sierra Leone, quindi per lei è qualcosa di molto personale e per parecchio tempo ha pensato di dirigere lei stessa il film”, ha ricordato Palmieri.
Lo stesso Bardem è attivista nella difesa dei rifugiati e la Theron ha fondato una ONG che si occupa dei bambini rimasti orfani a causa dell’AIDS in Sud Africa. Il tuo ultimo sguardo era stato presentato in Concorso al Festival di Cannes 2016.
Voto 6
Una frase: Prima di conoscerlo non ero altro che un’idea di me