‘Il Re Leone‘ in live action, diretto da Jon Favreau, è un’opera a cui approcciarsi senza pregiudizi, anzi da riscoprire oggi (dal 21 agosto al cinema) con gli occhi della maturità (e per alcuni anche del disincanto).
Sin da subito si sceglie di immergere lo spettatore nella savana, assistendo al sorgere del sole, mentre tutti gli animali si riuniscono al cospetto del nuovo arrivato.
Simba è temerario, ma al contempo prova una grande ammirazione per suo padre, Re Mufasa, il quale rappresenta la saggezza, pronto a difendere l’equilibrio tra tutti. Come in tutte le favole che si rispetti, c’è qualcuno che non ama questa pace ed è pronto a minarla. Ci riferiamo a Scar, il fratello di Mufasa e precedente erede al trono. Tocca a lui indurre in tentazione il cucciolo di leone e successivamente in una trappola ben architettata nei confronti anche di suo fratello. Dopo una tragica conseguenza, Simba viene esiliato ed è in questa “nuova vita” e grazie a due amici come Timon e Pumba, che il cucciolo dovrà imparare a crescere.
“A mio parere, il film originale è il più grande film d’animazione mai realizzato”, ha affermato lo sceneggiatore Jeff Nathanson. “Fin dal primo giorno io e Jon abbiamo parlato del nostro amore per il film originale e di quanto fosse importante conservare lo spirito della versione animata”. Favreau ha aggiunto: “siamo alle prese con spettatori molto coinvolti che spesso sono cresciuti con queste storie e hanno un legame emotivo con esse, che talvolta coinvolge intere generazioni delle loro famiglie. Quindi soltanto non ricordano Il Re Leone ma anche
l’impatto che quel film ebbe su di loro quando lo videro a sette anni o quando portarono i loro figli a vederlo. Gli spettatori hanno un intero calderone di memorie ed emozioni legate a questo film e si sentono molto protettivi nei confronti di esso perché quei ricordi appartengono a loro”.
Post visione possiamo affermare che questa intenzione è stata più che rispettata. Uno dei pregi di questo grande classico riproposto sotto una nuova luce consiste nell’essere accessibile a tutti e al contempo nel proporre una stratificazione di messaggi e registri, che il pubblico coglie a seconda dell’età. Disney si è sempre caratterizzata per la capacità di veicolare messaggi edificanti, con percorsi di formazione capace di imprimersi nella mente dei bambini, accompagnando fino all’età adulta.
Proprio con la naturalezza insita ne ‘Il cerchio della vita’, ne Il Re Leone si assiste a dialoghi di grande profondità (con citazioni anche da Shakespeare), tra genitori e figli e non solo. Si elabora il lutto, ma ci si diverte anche, merito, in particolare, del duo costituito da Timon e Pumba (la scena contraddistinta da ‘Hakuna Matata’ richiama il film d’animazione). Ci piace pensare che ancor più di fronte a momenti di forte fedeltà all’originale, alla base ci sia più una voglia di rendergli omaggio.
Il Re Leone doppiatori italiani
Solitamente vi consigliamo di optare per le proiezioni in lingua originale. In questo caso va dato grande merito anche al doppiaggio (una scelta di voci già ottima in partenza). Marco Mengoni ha dato voce a Simba; mentre a Luca Ward è toccato Re Mufasa. Un attore dalla voce profonda e ben riconoscibile come Massimo Popolizio ha dato corpo al suo antagonista, Scar, sottolineando anche la sottile ironia. Un’altra cantante, Elisa, ha interpretato Nala (la cucciola coetanea di Simba di Elisa) e due attori come Edoardo Leo e Stefano Fresi hanno fatto rivivere simpaticamente Timon e Pumba.
Il nostro voto
voto 7
La frase
“Mentre gli altri cercano ciò che possono prendere, un vero re cerca ciò che può dare”
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