Sarà nelle nostre sale per soli tre giorni, il 26, 27 e 28 gennaio, The Eichmann show – Il processo del secolo, il film che racconta il procedimento giudiziario a carico del criminale nazista Adolf Eichmann, iniziato l’11 aprile del 1961 a Gerusalemme.
Presentato per celebrare la giornata della memoria, il film rappresenta un vero appuntamento con la Storia che viene raccontata attraverso le vicende della troupe televisiva che si incaricò di eseguire le riprese durante il processo. Il team di produzione di Milton Fruchtman (Martin Freeman) dovette superare ostacoli di ogni tipo per poter riportare la testimonianza di quello che era considerato uno dei più feroci criminali nazisti.
La messa in onda di quell’evento giudiziario rappresentò il primo appuntamento televisivo globale e fece si che per la prima volta gli orrori dei lager fossero svelati agli occhi del mondo intero, grazie alle testimonianze dei sopravvissuti e ai filmati. Grazie alle riprese “l’80% della popolazione tedesca guardò almeno un’ora del programma ogni settimana, che venne trasmesso su tutte le reti in USA e Gran Bretagna ma soprattutto, dopo 16 anni dalla fine della guerra, si cominciò a parlare apertamente dell’Olocausto”.
Lo sguardo del regista del programma, Leo Hurwitz (Anthony La Paglia), indaga nel volto del nazista, alla ricerca delle sue emozioni, di un barlume di umanità, e si imbatte nell’assenza di emozioni, nella mancanza di responsabilità nei confronti della storia e nella sua “mediocrità”, la stessa che Hannah Arendt ha raccontato nel suo libro La banalità del male: Eichmann, infatti, durante tutto il processo si dichiarerà “non colpevole” e dirà di “avere solo eseguito degli ordini” ai quali non poteva sottrarsi.
Il regista, Paul Andrew Williams, sceglie un punto di vista originale e pone allo spettatore una domanda non scontata, oggi indagata dalla psicologia sociale: Eichmann era un “mostro” crudele o piuttosto il frutto del (folle) contesto che lo aveva determinato? Un film acuto e commovente, che rende accessibile una delle pagine più significative della storia del Novecento anche alle nuove generazioni. Da vedere.