Settant’anni fa un bibliotecario di Madrid stava mettendo a posto dei libri, quando ne scovò uno, rosso, strano: raccoglieva uno dei manoscritti che si credevano perduti di Leonardo da Vinci. È sempre affascinante ascoltare Mario Taddei ed Edoardo Zanon, i curatori della mostra Leonardo 3 – Il mondo di Leonardo.
Perché affascinante è questa figura poliedrica del genio e anche scoprirne aneddoti, retroscena, curiosità. Come questa, appunto, una sorta di diario da cui, tra le altre cose, possiamo scoprire la storia del celebre e colossale monumento equestre a Francesco Sforza, che non vide mai la luce, ma di cui Leonardo ci ha lasciato tantissimi appunti, schizzi, pensieri.
Ed è proprio questa una delle novità in mostra, che festeggia i suoi primi cinque anni e lo fa anche con un’iniziativa speciale: sabato 3 marzo, infatti, l’esposizione si potrà visitare pagando solo 1 euro a persona (invece di 12 euro) per tutta la giornata (dalle 9:30 alle 22:30).
Ad un anno dal 2019 che celebrerà i Cinquecento anni della morte di Leonardo da Vinci, appuntamento per il quale naturalmente Milano sarà in prima fila, l’esposizione di piazza della Scala ha rinnovato l’apertura fino a tutto il 2018, e si augura di diventare un museo permanente. Intanto, si è arricchita di cinque novità che raccontano i mille volti del Genio, dall’ingegneria al disegno, dal teatro alla musica.
Modelli fisici delle fasi della fusione del Monumento equestre Sforza
Un’intera nuova sezione è dedicata al famoso progetto per il colossale Monumento equestre a Francesco Sforza che Leonardo promise al duca di Milano, ma che non fu mai realizzato. Tra le varie leggende nate attorno a questo famoso progetto, si racconta che Leonardo abbia effettivamente realizzato il modello in creta del cavallo, alto ben 8 metri, poi andato distrutto.
Il Centro Studi Leonardo3 ha studiato, restaurato digitalmente e reso consultabile per la prima volta un piccolo Compendio di arti fusorie di 18 pagine, nel quale Leonardo descrive il processo di realizzazione di un’opera tecnicamente impossibile, disegnando le mastodontiche macchine per la movimentazione, i forni per la fusione a cera persa, gli argani multipli e numerosi altri ingegnosi congegni.
La postazione multimediale che propone il codice è affiancata da quattro modelli fisici che fanno ammirare proprio da vicino il progetto di Leonardo. In questo video il curatore Mario Taddei lo racconta e spiega tutti i dettagli.
La Mitragliatrice rotosferica
Leonardo giunge a Milano nel 1482 presentandosi al Duca come ingegnere militare. Qui passa molto tempo dedicandosi allo studio e alla copia di numerose macchine belliche medioevali. Tra le tante si cimenta, in un foglio del Codice Atlantico, nella progettazione una nuova macchina con un meccanismo innovativo: la Mitragliatrice rotosferica, che nasconde un ingegnoso meccanismo capace di inseguire un bersaglio in movimento con la libertà e la manovrabilità di una moderna mitragliatrice.
La Tromba gigante
Sono stati riallestiti gli strumenti musicali di Leonardo, ora raccolti in un’unica saletta dove spicca la novità: la tromba gigante. E il modello esposto qui è anche perfettamente funzionante. Si tratta di uno strumento le cui dimensioni potevano raggiungere i due metri. La distanza dei tasti superava i limiti fisici delle mani del suonatore, e Leonardo superò la problematica inventando un sistema meccanico per prolungare l’azione delle dita, anticipando di fatto di secoli le meccaniche di strumenti moderni come il clarinetto e il sassofono.
L’esperienza interattiva dedicata alle Teste grottesche
Una stanza nascosta da una tenda ospita un’esperienza interattiva che dà vita a quattro celebri disegni di volti grotteschi di Leonardo da Vinci, che interagiscono con i visitatori. Questa esperienza si è resa possibile grazie a un lavoro di modellazione e animazione tridimensionale dei personaggi raffigurati da Leonardo. Così sarà possibile apprezzare da più punti di vista la fisionomia esasperata di questi personaggi dei quali il Genio scriveva: “De’ visi mostruosi non parlo, perché senza fatica si tengono a mente”.
L’“Ocel dela comedia”
Tra i tanti interessi e le mille sfaccettature del genio di Leonardo da Vinci c’è anche quella dello scenografo. Leonardo infatti si dedicò all’ideazione di svariati macchinari scenici tra cui quello ricreato ed esposto in mostra, l’ocel dela comedia, un uccello filoguidato, descritto in un piccolo disegno a margine del foglio 629 del Codice Atlantico. L’espediente scenico era progettato per attraversare la scena teatrale lungo un filo teso in leggera discesa mentre il meccanismo interno produceva il battito delle ali. Una piccola chicca che rende omaggio a uno dei temi più cari a Leonardo, quello del volo.