Fa il suo esordio questa sera, martedì 15 aprile, al Teatro alla Scala Il lago dei cigni, celeberrimo balletto di Pëtr Il’ič Čajkovskij, uno dei più amati e rappresentati al mondo.
In questa circostanza verrà proposta la versione de Il lago dei cigni riveduta e corretta dal grande Rudolf Nureyev portata in scena al Piermarini nel 1974. Nella lettura di Rudolf Nureyev il protagonista assoluto è Siegfried, un principe romantico dall’animo malinconico più che eroico, contemplativo e meditativo. Quando il “suo” Lago approda alla Scala, Nureyev tiene per sé il ruolo chiave, equivoco, speculare, di Wolfgang/Rothbart. Ma è per il Principe che Nureyev crea ardue variazioni, ponendolo al centro di tutte le linee drammaturgiche.
Il prezioso e storico allestimento arricchito dalle scenografie di Ezio Frigerio e i costumi di Franca Squarciapino dosa luci e colori riflettendo il romanticismo della musica in un richiamo a Monet, per rappresentare i candidi cigni di Čajkovskij sulle acque placide eppure inquiete del giardino di Giverny.
La coreografia di Rudolf Nureyev è ispirata al lavoro di Marius Petipa e Lev Ivanov e per questo nuovo debutto milanese viene ripresa da Maina Gielgud. Alla direzione musicale troviamo il Maestro Paul Connelly.
Dopo il grande successo nella scorsa stagione, quindi, Il lago dei cigni torna sul palco scaligero fino all’11 maggio per un totale di 12 recite.
Basato su un’antica fiaba tedesca, Der geraubte Schleier (Il velo rubato), Il lago dei cigni fu composto tra il 1875 e il 1876 e rappresentato per la prima al Teatro Bolshoi di Mosca il 20 febbraio 1877. Sebbene esistano molte versioni diverse del balletto, l’allestimento più ripreso è quello curato da Marius Petipa e Lev Ivanov per il Balletto Imperiale (su cui ha lavorato anche Nureyev), presentato la prima volta il 15 gennaio 1895 al Teatro Imperiale Mariinskij a San Pietroburgo.