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Il Cardinal Martini e gli altri in scena al Teatro Studio Melato

Valentina Fumo 11 anni fa

MartiniDal 25 settembre al 6 ottobre Milano omaggia una delle sue figure più carismatiche, Carlo Maria Martini, attraverso uno spettacolo e un ciclo di iniziative sui temi che erano cari al Cardinale, primo fra tutti la necessità di una costante propensione al dialogo.

Infatti, la Fondazione Corriere della Sera e il Piccolo Teatro faranno rivivere le sue parole sul palco del Teatro Studio Melato con la pièce “Martini: il Cardinale e gli altri”, basata sul testo “Il vescovo, la polis, i tempi” di Marco Garzonio, con adattamento, drammaturgia e regia di Felice Cappa. A interpretarla Giovanni Crippa e Lucilla Giagnoni con la partecipazione di Giovanni Antonio Cappa.

Nella rappresentazione, Martini è colto nel momento in cui lascia Gerusalemme per ritornare a casa. A causa della malattia, che lo condanna a una progressiva afonia, il Cardinale deve ricorrere all’aiuto di una seconda voce, che nell’opera diviene il suo doppio, l’eco delle profonde riflessioni sedimentate nell’arco di una vita vissuta nel dialogo costante con gli altri.

Previsti anche quattro incontri a ingresso libero (ma è necessaria la prenotazione) dal titolo “La città. Crisi e rinascita di una convivenza”, a cura di Marco Garzonio e articolati in altre due tappe: dopo Solitudini e Violenza, i relatori si interrogheranno sulla corruzione (giovedì 26 ottobre, ore 18.00, Museo Diocesano) e infine sul dialogo (giovedì 3 ottobre, ore 18.00, Piccolo Teatro Studio Melato), lo strumento che per Martini poteva sconfiggere i mali della società.

 “L’alto rigore morale del cardinale Martini, l’assenza di qualsiasi forma di populismo”, dice Sergio Escobar, direttore del Piccolo Teatro, “si univano alla sua irrefrenabile ricerca del senso della giustizia. Una giustizia che passa attraverso un profondo rapporto con la realtà, il confronto fra le differenze del pensiero, la crescita individuale come condizione per far crescere un senso profondo di socialità condivisa. La cattedra dei non credenti da lui voluta si fondava sul credere di non avere certezze chiuse ed egoistiche. Se Milano aveva bisogno di Martini allora, non può oggi che leggere nel suo impegno il progetto per il futuro”.

Ulteriori informazioni su www.piccoloteatro.org