“Ho visto la Brianza da straniero. Per me questo sgomento, lo smarrimento vissuto durante i sopralluoghi, è stato un ingrediente di regia. Inoltre, ho poca confidenza con la neve. Ma volevo adoperare questo mistero nel racconto. Un cineasta non va alla ricerca di luoghi e situazioni amene. Mi dispiace che qualcuno si sia risentito per il film. L’Italia di oggi è un Paese profondamente ferito, dominato dall’astio e dall’aggressivitĂ ” (Paolo Virzì)
Il disagio della ricca provincia, le vite di due ragazzi schiacciate dall’arrivismo spregiudicato e insensibile dei genitori, la crisi morale dei nostri tempi vista ponendo la macchina da presa al servizio di molteplici prospettive, in un film che “ricomincia” tre volte, seguendo in ogni episodio il punto di vista di uno dei protagonisti della storia e aggiungendo dettagli e sensazioni.
C’è tutto questo ne Il Capitale Umano, il nuovo film di Paolo Virzì (Ovosodo, Tutta la vita davanti) con un cast importante (Fabrizio Gifuni, Fabrizio Bentivoglio, Valeria Bruni Tedeschi e Valeria Golino) arricchito dalla buona prova degli esordienti non professionisti Matilde Gioli e Guglielmo Pinelli (fotogallery qui sotto) scelti dopo un lungo casting che ha coinvolto migliaia di aspiranti giovani attori.
Il film è liberamente tratto dall’omonimo romanzo Il Capitale Umano dello statunitense Stephen Amidon, che aveva ambientato la vicenda nel Connecticut. Un’ambientazione riadattata da Virzì (e dagli sceneggiatori Francesco Bruni e Francesco Piccoli) girando in numerosi luoghi lombardi: da Milano (per gli interni) a Varese, Arese, Como (dove il teatro Politeama, effettivamente chiuso come nel film) e Fortunago (sede della sontuosa dimora dei Bernaschi).
Il luogo in cui avviene l‘incidente che sta al centro della storia è il fittizio Ormate Brianza (la troupe girava a Osnago Brianza). Con questo lavoro Virzì ha suscitato un coro di polemiche: alcuni amministratori locali hanno attaccato il regista di Livorno parlando di “stereotipi” sul territorio lombardo (in particolare Andrea Monti, assessore al Turismo della Lega nord per la Provincia di Monza e Brianza, che ha rinfacciato il contributo di 700mila euro ottenuto dal ministero dei Beni culturali per il film).
“Mi piaceva una certa ostilitĂ nei nostri confronti” ha raccontato Virzì ai giornalisti raccontando aneddoti come le difficoltĂ incontrate a Varese per “bloccare” il traffico durante alcune riprese. Dispiaciuto per le polemiche, però, il regista si è detto privilegiato” dalla possibilitĂ di lavorare in Italia: “Mi tengo stretto questo privilegio, perchĂ© qui non c’è un’industria strutturata: ogni film italiano che esce è un miracolo, per la difficoltĂ di reperire le risorse“.
La Bruni Tedeschi è brillante nei panni della madre impacciata e fedifraga, come Gifuni in quelli del finanziere d’assalto; Luigi Lo Cascio è sempre un piacere, anche se in un ruolo minore. Con un cast ricco di interpreti giĂ dietro la macchina da presa, il noir di Virzì appassiona raccontando inquietudini e nevrosi di grande attualitĂ .
Voto per noi: 7,5
Una frase (giĂ cult): “Avete scommesso sulla rovina di questo Paese e avete vinto”.