Dopo aver riscosso il meritato successo di critica e pubblico con Miseria&Nobiltà, Michele Sinisi e Elsinor Centro di Produzione Teatrale hanno scelto di impastare le mani in un cult della letteratura e in un autore non sempre amato per come viene propinato sui banchi di scuola. Ci riferiamo ad Alessandro Manzoni e a I promessi sposi. Lo spettacolo debutta il 6 giugno al Teatro Sala Fontana, dove proseguirà fino al 25. Conoscendo la cifra del regista pugliese, siamo sicuri che avrà trovato un modo per far arrivare ciò che fino ad ora non è stato colto di questo romanzo storico.
“Quello compiuto da Sinisi non è semplicemente un lavoro sui classici ma anche e, soprattutto, uno studio sul mito, sull’archetipo, su ciò che ormai è diventato patrimonio dell’immaginario comune” (dalla nota ufficiale) ed è questo che bisogna tener a mente quando ci si approccia a questa visione, consci che si avvertirà, probabilmente in maniera più accentuata, il rito collettivo in virtù del fatto che si sta “parlando” di qualcosa che tutti conosciamo. Il punto è come lo si fa e qui entra in campo l’arte teatrale e il desiderio di andar a fondo della materia in maniera unica.
“I promessi sposi va ben oltre i limiti del genere letterario”, ha dichiarato Sinisi che ne ha curato l’adattamento (collaborazione alla scrittura scenica Francesco M. Asselta), “non è solo un romanzo storico: attraverso la ricostruzione dell’Italia del Seicento Manzoni prefigurava parallelismi con i processi storici di cui era testimone nella sua epoca, cioè l’Ottocento. Lo scrittore non si limitava ad indagare il passato, bensì rifletteva su costanti umane – culturali, psicologiche, spirituali, sociali, politiche – tracciando anche un’idea ben precisa del senso della Storia, e del rapporto che il singolo aveva con gli eventi storici che lo coinvolgevano. E con questo sguardo Manzoni comprendeva meglio il suo presente, inteso come probabilità e non come segreto nozionistico, somma algebrica”. Basta solo questa considerazione per intuire quanto questo testo abbia a che fare con noi oggi.
“In quest’opera i personaggi rompono la semplicistica suddivisione in buoni e cattivi diventando più umani, al punto da generare una forza narrativa più complessa, moderna. Essi sono scolpiti a tutto tondo, rispecchiano un’umanità talmente pregnante di vita da generare degli stereotipi, ancora usati oggi nel linguaggio comune (si pensi ad esempio a un don Abbondio o alla figura di un Azzeccagarbugli o di una Perpetua)”. Confidiamo nel fatto che la messa in scena di Sinisi aiuterà a cogliere anche le sfumature apparentemente nascoste, riallacciando fili rimasti in sospeso (re)innamorandoci de I promessi sposi. Attimo dopo attimo, nella scatola magica, ci si ritroverà ad acquisire una consapevolezza differente della Storia, senza dimenticare “la Provvidenza, la fede, altro protagonista di questo capolavoro, oggi rivela una nuova religione, generata da una antica necessità, ch’è vivere assieme ciascuno nella propria diversità, così ci emanciperemo dalle nostre paure”.
A dar corpo a tutto questo una numerosa compagnia: Diletta Acquaviva, Stefano Braschi, Gianni D’addario, Gianluca delle Fontane, Giulia Eugeni, Francesca Gabucci, Ciro Masella, Stefania Medri, Giuditta Mingucci, Donato Paternoster e lo stesso Sinisi.
RIASSUMENDO
I promessi sposi
Teatro Sala Fontana, dal 6 al 25 giugno 2017
ORARI: lunedì riposo; da martedì a sabato h 20,30; domenica h 16
PREZZI: intero 19€; ridotto studenti universitari e convenzionati 14€; ridotto under14 e over65 9,50€; gruppi scuola 9€. Prevendita 1€