Quando si parla di tematiche sensibili si dice spesso che non esiste una parte giusta e una sbagliata, ma che tutto dipende dalla prospettiva dalla quale si guarda. Per una tematica come quella dell’odio in rete, però, non è così: esiste una parte giusta in cui schierarsi ed è quello che la campagna #HateisOut: Schierati dalla parte giusta della rete invita a fare.
Lanciata il 9 novembre dagli studenti del corso di Laurea Magistrale in Comunicazione per l’Impresa, i Media e le Organizzazioni complesse (C.I.M.O.) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (UCSC) di Milano, la campagna è realizzata nell’ambito della Peer to Peer: Facebook Global Digital Challenge, un’iniziativa sponsorizzata da Facebook e gestita da EdVenture Partners (EVP).
La challenge prevede che gli studenti realizzino una campagna di contrasto all’hate speech online che si rivolga in primis agli studenti universitari. Si tratta di un’importante occasione in cui gli studenti si confrontano con coetanei internazionali per individuare gli aspetti peculiari del proprio contesto socio-culturale rispetto al tema dell’odio in rete, individuando prospettive inedite e vicine alla loro sensibilità che ai grandi policy maker possono sfuggire. Per il semestre autunnale sono solo due gli atenei italiani coinvolti: l’Università Cattolica del Sacro Cuore e l’Università di Sassari.
Dopo un’attenta analisi dello scenario italiano e milanese gli studenti C.I.M.O. hanno deciso di creare una campagna online e offline di informazione e mobilitazione che miri ad arginare i commenti d’odio a sfondo sessuale rivolti alle donne. Non si tratta solo di combattere chi li alimenta, ma soprattutto di sensibilizzare la maggioranza silenziosa, che resta a guardare senza intervenire. Proprio in questo gli studenti hanno un ruolo fondamentale nel promuovere un nuovo modo di essere social, più rispettoso e non meno libero, ma soprattutto più consapevole.
La campagna promuove in primo luogo un’attivazione sui social media attraverso la pagina Facebook, il profilo Instagram e il sito web dove vengono pubblicati post che invitano a riflettere sul tema dell’hate speech contro le donne, articoli di approfondimento e tutorial per difendersi dalle situazioni spiacevoli (ad esempio bloccare un utente o segnalare i commenti). La pagina Facebook ha già raggiunto oltre 1600 fan durante il corso della campagna. Per partecipare in prima persona e “metterci la faccia” gli studenti hanno lanciato anche una challenge con la quale invitano a scrivere sul palmo della mano l’hashtag #HATEISOUT e a pubblicare un selfie sui propri profili social.
Alla campagna online si sono affiancati gli “Hateless Day”, eventi offline che si sono svolti all’interno dell’ateneo il 17, 22 e 29 novembre con l’obiettivo di mostrare come attraverso piccoli gesti si possa “passare dalla parte giusta della rete” e come contrastare l’hate speech online sia alla portata di tutti.
Per capire come orientare la campagna gli studenti hanno svolto un approfondito lavoro di ricerca che ha compreso anche interviste di persona e un questionario online che in una settimana ha raggiunto ben 720 risposte. I risultati del questionario hanno mostrato che il 76% dei rispondenti ha assistito a fenomeni di hate speech sui social network, che il 46% è molto d’accordo sul fatto che le parole d’odio abbiano conseguenze nella vita quotidiana e che il 77% crede che una campagna di sensibilizzazione possa fare la differenza.
Sono 140 gli studenti coinvolti nella campagna che stanno lavorando divisi in 13 team per aree tematiche (ad esempio ricerca, ideazione creativa, grafica, social, reportistica) avendo così la possibilità di apprendere i principi della comunicazione social sul campo e anche le dinamiche di lavoro di gruppo, hard e soft skill fondamentali oggi.