Gold – La grande truffa è stato presentato in anteprima al Bif&st – Bari International Film Festival, dove si è rivelato tra i titoli più interessanti della sezione Panorama internazionale. Da giovedì 4 maggio il lungometraggio è nei nostri cinema distribuito da Eagle Pictures e ve lo consigliamo sia per le riflessioni che permette di compiere sulle debolezze e le tentazioni umane che per la buona costruzione drammaturgica.
Non fatevi spaventare dai 121′ di durata, scorrono a un buonissimo ritmo, merito in primis di Matthew McConaughey in stato di grazia, bravissimo nel calarsi anche fisicamente nel personaggio di turno.
In Gold dà volto a Kenny Wells, un uomo fittizio, ispirato però da fatti reali. “A Los Angeles, gli sceneggiatori/produttori Patrick Massett e John Zinman si sono imbattuti in un articolo sullo scandalo Bre-X degli anni ‘90, in cui l’azienda canadese Bre-X Minerals Ltd. riportava la scoperta di un enorme giacimento di oro in Indonesia, per gentile concessione di un imprenditore minerario che aveva collaborato con un geologo. Inizialmente con titoli di basso valore, la Bre-X si è sollevata con miliardi di capitalizzazione. Da quel momento il denaro è entrato nella mente di tutti” (dalla nota ufficiale). Si può provare la cosiddetta discesa agli inferi di chi si indebita o arriva con qualche centesimo in tasca pur di (in)seguire un sogno? La speranza arriva, appunto, dalla giungla indonesiana e in particolare dalla scoperta del geologo Michael Acosta (Édgar Ramírez). L’obiettivo è l’oro. Potrebbe apparire una questione d’altri tempi ma la sceneggiatura di Massett e Zinman, valorizzata dal cast artistico e dalla regia di Stephen Gaghan, ci porta a cogliere anche l’aspetto metaforico di questa corsa all’oro.
McConaughey, mediante questo personaggio, riesce a trasmettere lo spirito americano – tanto più quello dei “favolosi” Anni ’80. A far da contraltare anche alla purezza del grande sogno, ci viene mostrata quella fetta di persone che improvvisamente, quando tutto sembra girar bene, si vende amica. La fotografia di Robert Elswit asseconda non solo il cambio di location, dal Nevada all’Indonesia, ma evidenzia anche sottilmente gli alti e bassi di un uomo che, nonostante tutto, riesce ancora a sognare.
“La giungla ti metterà alla prova”, ascoltiamo a un tratto, ecco, a conti fatti, lo spettatore coglierà come la giungla sarà costituita dal paesaggio fisico e selvaggio, ma anche dalla fauna umana presente in Occidente. “Il film esplora l’ambizione, l’idea di autostima, e al suo interno c’è una storia di amicizia. Questi due ragazzi – Kenny Wells e Mike Acosta – condividono le stesse necessità. Entrambi hanno le qualità per essere riconsiderati sotto una luce più favorevole. Si riconoscono l’uno nell’altro. Che si tratti di inganno o di cospirazione, l’amicizia è il collante che tiene tutti gli altri temi insieme”, ha dichiarato Zinman (co-sceneggiatore e co-produttore). Questa chiave ha reso il tutto più fluido e neanche la piega ultima della storia così scontata.
Voto 7
Una frase: Era il mio sogno. Lo avevo sognato. Se vendi i tuoi sogni, cosa ti rimane?