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Oltre 30 cene durante la Milano Digital Week: da mercoledì 13 a domenica 17 marzo Gnammo, la community italiana del social eating, scende in campo con i suoi eventi all’insegna del “Digital e Relax”: conversazioni accompagnate da buon vino, una tavola imbandita e ospiti.
Fondata nel 2012, oggi Gnammo conta più di 240.000 utenti e 8.000 cuochi iscritti, che hanno pubblicato oltre 21.000 eventi in 2.400 città coinvolte. Tutto è nato “dall’idea suggerita durante una cena tra amici, venuta fuori dalla solita battuta “Ma come cucini bene… Perché non apri un ristorante?” e dalla voglia di creare un canale di contatto tra gli amanti della buona tavola e quelli che amano cucinare e condividere” spiega il founder e CEO, Cristiano Rigon.
La missione è fare della rete e del digitale “uno strumento per creare legami nella vita reale”, con un occhio anche ai food brand: sempre più numerosi i cuochi che mettono a disposizione la propria abilità ai fornelli per veicolare messaggi, prodotti e servizi: “Gli influencer hanno dimostrato di essere attivatori di community credibili, tanto da condizionare/guidare le decisioni di acquisto e con il nostro format otteniamo indicatori di performance superiori alla media” chiosa Rigon.
Home restaurant a Milano: come funziona?
Tramite Gnammo, cuochi non professionisti possono organizzare e pubblicare sul sito eventi gastronomici privati organizzati in casa propria o in qualunque altra location abbiano a disposizione. I protagonisti sono due: il Cook, colui che mette a disposizione le abilità ai fornelli e la casa a ospiti fino a quel momento sconosciuti e gli Gnammer, che prenotano i posti a tavola perché vogliono vivere un’esperienza di social eating.
Ogni evento ha un valore economico, determinato dal Cook, che gli Gnammer pagano online al momento della prenotazione, importo che la piattaforma invia al Cook il giorno successivo all’evento, trattenendo in alcuni casi una fee del 6%. Esistono tuttavia numerose cene gratuite, perché offerte dai brand che usano Gnammo per potenziare le proprie campagne di digital marketing, con un target molto preciso.
Community e cuochi fidelizzati
Le cene sponsorizzate, per Gnammo, sono un motivo in più per “fidelizzare” i cuochi, che mettono impegno e si sentono “protagonisti nella co-creazione del contenuto”. La concentrazione degli iscritti è maggiore nelle grandi città: Milano, Roma, Torino, Firenze e la community è formata al 97% da Gnammer e al 3% da Cook. La fascia d’età degli utenti va dai 35 ai 55 anni: si tratta soprattutto di appassionati di cucina, green living, viaggi, lifestyle.
Il social eating tra brand e crescita felice
“Oggi la soddisfazione maggiore la stanno dando le agenzie e i brand che hanno compreso il valore che la community può offrire loro” racconta Rigon, “il lavoro e gli investimenti fatti per costruire competenze e posizionamento, unitamente al grande numero di persone che ci segue ci hanno fatto diventare un canale che può porre l’esponente ad attività di marketing costruite dal basso, in modo naturale e spontaneo. Oggi abbiamo capito che anche l’accostamento a grandi eventi come la Milano Digital Week, per cui saremo presenti con una trentina di cene diffuse, sono possibili grazie alla crescita che abbiamo costruito, sempre e comunque volta a fare della rete uno strumento e non il fine ultimo. Vogliamo essere protagonisti di una crescita felice”.