Continuiamo il nostro percorso alla scoperta del Trentino Alto Adige e in particolar modo dei suoi numerosi e meravigliosi specchi d’acqua, tra i quali il più noto è il lago di Braies.
Dopo aver parlato del Lago di Molveno saliamo un po’ più in su, addentrandoci nelle montagne, fino ad arrivare nei pressi di Bolzano: qui troviamo il Lago di Tovel e il Lago di Carezza, diversi tra di loro ma accomunati dalla capacità di riuscire a ispirare delle leggende popolari.
Il Lago di Carezza dai colori Arcobaleno
Il Lago di Carezza si trova in Alta Val d’Edga ed è conosciuto anche col nome del Lago Arcobaleno. I suoi colori infatti richiamano i 7 dell’arcobaleno, lasciando tutti i suoi visitatori senza parole. La bellezza è ancora più imponente grazie alle Dolomiti che si stagliano tutt’intorno, ricreando così un paesaggio da favola, stupendo anche in inverno quando una coltre di neve rende poco visibili anche le sponde del lago.
Il lago è tutela paesaggistica e pertanto non balneabile ma attira comunque numerosi turisti incuriositi dai colori e dalle sue storie e anche dai mercatini di Natale, che durante il mese di dicembre vengono collocati tra un albero innevato e il bordo del lago.
Il nome ‘Arcobaleno’ deriva anche dalla leggenda di Odina. Pare infatti che con il suo canto la ninfa attirò uno stregone che decise di rapirla. Dopo un primo tentativo fallito, lo stregone realizzò l’arcobaleno più bello del mondo e lo fece cadere fin dentro le acque del lago dove si trovava la ninfa che attratta da tanta meraviglia riemerse.
Appena questa vide lo stregone, però, si rituffò in acqua senza uscirne più; lo stregone per la rabbia stracciò in mille pezzi l’arcobaleno buttandolo nel lago.
Il Lago di Tovel e il mistero del rosso estivo
Il Lago di Tovel è sito all’interno del Parco Naturale dell’Adamello – Brenta e come il Lago di Carezza è noto per i suoi meravigliosi colori che un tempo attiravano diversi turisti incuriositi. Fino alla metà degli anni ’60 del Novecento, infatti, in estate lo specchio d’acqua si tingeva di un rosso naturale grazie alla presenza di un’alga.
Oggi il fenomeno non è più visibile, forse a causa della minor concentrazione dell’organismo acquatico. Ovviamente il fenomeno è stato spiegato anche ricorrendo alla leggenda di Tresenga, la figlia dell’ultimo re di Ragoli. Questa aveva conquistato inconsapevolmente il cuore di Lavinto, re di Tuenno, il quale dopo numerose proposte di nozze rimaste inascoltate mandò un esercito.
Tresenga e il popolo, non volendo sottomettersi, seppur in numero inferiore decisero di rispondere all’attacco con la forza. La battaglia avvenne sulle sponde del lago di Tovel e ci furono molte morti tra le quali Tresenga stessa, proprio per mano di Lavinto: il sangue versato donò così al lago un colore rosso intenso.