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Gianfranco Ferrè, la mostra sulla camicia bianca

Isabella Ratti 10 anni fa
SailorGlam mostra Ferrè Milano

>> Il nostro racconto quotidiano della Milano Fashion Week – Moda Donna febbraio 2015

Lo chiamavano l’architetto della moda e i suoi abiti erano costruzioni, spazi da progettare e in cui far abitare il corpo ma il capo che è diventato la sua icona è stato la camicia bianca. La mostra La camicia bianca secondo me. Gianfranco Ferrè apre i battenti dal 10 marzo al 1 aprile, nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale.

Voluta da Rita Airaghi, direttore della Fondazione Gianfranco Ferrè, l’esposizione intende ridare voce a un grande della moda italiana “perché riprendere l’avventura di Ferrè significa mantenerla viva, renderla accessibile, farla comprendere e amare”.

Ma per comprendere il perché di quel capo in mostra basterebbe ascoltare Ferrè stesso, attraverso la voce che viene dai suoi appunti: “È fin troppo facile raccontare la mia camicia bianca. È fin troppo facile dichiarare un amore che si snoda come un filo rosso lungo tutto il mio percorso creativo. E’ il segno del mio stile, che dichiara una costante ricerca di novità e un non meno amore per la tradizione.”

Curata da Daniela Degl’Innocenti, la mostra si apre con un passaggio di teli di tulle su cui scorrono macro-immagini dei disegni autografati di Ferrè, nella sala delle Cariatidi; come sculture di luce, sono esposte 27 camicie bianche che esemplificano un ventennio di carriera. Esposte rispettando la cronologia della loro nascita, le camicie sono sculture bagnate dalla luce, pensata per consentire al bianco di accendersi in diverse tonalità e alle ombre di fare da contrappunto, per ottenere un suggestivo effetto plastico.

Ferrè gioca con le forme, ma anche con i tessuti, alleati attraverso i quali realizza le sue più ardite fantasie: “La camicia bianca è la versatile interprete delle più svariate valenze materiche”. Ai lati della grande sala espositiva sono presenti disegni tecnici, bozzetti, scatti di grandi maestri della fotografia, immagini pubblicitarie e redazionali provenienti dall’Archivio della Fondazione Ferré.

A chiudere il percorso, un sistema di immagini realizzate da Luca Stoppini, che sottolinea ancora una volta come la leggerezza e il movimento aereo siano una precisa chiave di lettura dell’intero progetto. L’esposizione, promossa dal Comune di Milano (i due assessorati Lavoro, Moda, Design e Cultura) è prodotta da Palazzo Reale e Fondazione Gianfranco Ferré, in collaborazione con la Fondazione museo del Tessuto di Prato.

Isabella Ratti

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