L’esplorazione dell’ambiente urbano e il rapporto tra uomo e metropoli è uno dei campi privilegiati dell’arte contemporanea: qui si colloca la mostra che la Triennale di Milano ha deciso di dedicare a Francesco Somaini e che sarà visitabile gratuitamente dal 13 gennaio al 5 febbraio del 2017.
L’esposizione, Francesco Somaini Uno scultore per la città New York 1967 – 1976, curata da Enrico Crispolti e Luisa Somaini si concentra su una serie di opere comprese tra il 1967 e il 1976 dell’artista scomparso nel 2005, che è stato protagonista di due movimenti come il concretismo e l’informale europeo.
Le 16 sculture, 15 disegni e 14 fotomontaggi, patrimonio dell’Archivio Somaini e di collezioni private, esplorano il legame tra arte e architettura sullo sfondo della metropoli moderna: un campo di ricerca nel quale Somaini è stato pioniere, sia dal punto di vista teorico che artistico.
La produzione di Somaini avviene dopo l’impatto dirompente con la cultura e l’architettura di New York durante una serie di viaggi di lavoro, e in particolar modo è influenzata dall’imponente skyline della città americana: la metropoli diventa simbolo della modernità, che viene esplorata di persona e sezionata attraverso la fotografia.
Durante la sua permanenza a New York Somaini incontra molti nomi importanti della critica e una serie di collezionisti dell’epoca, tra i quali l’architetto Philip Johnson e la famiglia Rockfeller, Lydia Winston Malbin, Alan e Janet Wurzburger, Joseph Hirshhorn, Seimour H. Knox II.
L’ispirazione consente all’artista di produrre una serie di sculture a grande scala, che verranno realizzate per le città di Baltimora, Atlanta e Rochester: nel corso della fase preparatoria Somaini raccoglie le proprie idee in un insieme di disegni progettuali, che vengono poi pubblicati nel volume Urgenza nella città.
La serie si concretizza plasticamente nelle Carnificazioni di un’architettura di metà Settanta, di cui fanno parte opere come Sfinge di Manhattan del 1974 e Colosso di New York del 1976: si tratta di sculture che vanno intese come modelli di edifici enigmatici, frutto di una originale ideazione formale che affonda le sue radici nell’antichità.
Giulio Carlo Argan sintetizza efficacemente il senso delle opere americane di Somaini, «Somaini ha studiato coscienziosamente il problema, che coinvolgeva la sua responsabilità d’artista; ed è giunto alla conclusione che l’istituto storico e sociale della città non è scaduto. La città conserva una dimensione storica; l’intervento e l’impegno degli artisti nella ricerca di una soluzione non sono soltanto possibili, ma necessari e urgenti (…). L’assunto di Somaini è metodologico e progettuale: il compito dell’artista, oggi, non è di costruire o ricostruire la città, ma di interpretarla, renderla significante».
A corollario della mostra organizzata dalla Triennale di Milano è stato preparato da Skira un catalogo, con testi di Francesco Somaini, Enrico Crispolti, Fulvio Irace, Giulio Carlo Argan e interventi di Beatrice Borromeo, Fabio G. Porta Trezzi e Luisa Somaini.
Riassumendo
Francesco Somaini Uno scultore per la città New York 1967 – 1976
Palazzo della Triennale
dal 13 gennaio al 5 febbraio 2017
da martedì a domenica ore 10.30 – 20.30
Ingresso libero