Dal 7 novembre al 10 gennaio 2016, Fondazione Prada presenta una mostra antologica dedicata all’artista torinese Gianni Piacentino, curata da Germano Celant che per Expo 2015 si è anche occupato di Arts & Foods alla Triennale.
L’esposizione è ospitata nei due livelli dell’area definita Podium, spazio al centro del complesso architettonico della Fondazione Prada, e riunisce oltre novanta opere dell’artista, esplorando il percorso dell’artista seguendo un ordine anticronologico, partendo così dalle opere realizzate nel 2015, fino ai primi lavori datati 1965.
La ricerca di Piacentino si avvia in un contesto culturale e artistico caratterizzato da un crescente distacco dal soggettivismo che aveva animato l’Action Painting e l’Informale e dallo sviluppo di un nuovo linguaggio visivo tra l’attenzione all’immaginario popolare e consumistico e l’apprezzamento per forme geometriche e primarie. Il suo lavoro non s’inscrive però in nessuna delle due tendenze allora dominanti – Pop art e Minimal art – ma opera, secondo la lettura inedita di questa mostra, una sintesi tra le due.
Foto: Fondazione Prada
Alla ricerca di un punto d’incontro tra le due correnti, Piacentino trova una risposta nel mondo della velocità e dei mezzi di trasporto come l’automobile, la moto e l’aereo, prodotti della cultura popolare che, pur non appartenendo all’arte pura, sono la testimonianza di un’estetica industriale. In tale senso l’artista si avvicina alle fantasie aerodinamiche di molti artisti californiani: da Billy Al Bengston a Craig Kauffman, da John Mc Cracken a John Goode.
Come spiega Germano Celant: “È in questo clima storico di oscillazione tra arte e design, tra artigianato e industria, tra utile e inutile, tra unicità e serie, che si colloca il contributo di Piacentino, le cui alterità e unicità risiedono proprio nella dialettica tra le due polarità”. Ed è lo stesso Gianni Piacentino ad affermare “al centro del mio lavoro c’è sempre la rilevanza del controllo tecnico e matematico. Non mi lascio sedurre dal rimosso e dalle pulsioni”.
Durante il suo percorso artistico, Piacentino si è posto alla guida del processo creativo seguendo, come nel settore del design, tutte le fasi inscritte in uno schema di produzione industriale. Come sostiene Germano Celant, la sua avventura artistica ed estetica rappresenta “un’uscita assoluta dall’imperfezione, dall’istantaneità e dalla casualità del fare arte, per accedere a un universo di perfezione, calcolo e concentrazione, così da poter competere, sul piano del sublime e dell’assoluto, con un veicolo da corsa o da volo”.
Foto: Fondazione Prada
Nel piano terra del Podium sono presentati una selezione di lavori realizzati dal 2015 ai primi anni Settanta in un percorso espositivo costituito da tre pareti a tutta altezza che tagliano lo spazio trasversalmente. Aprono la mostra gli acrilici su tela Seaplane Painting e le strutture metalliche come i Cantilever e i Race, simili a cavalletti che nello studio dell’artista vengono utilizzati per disporre i suoi lavori. Sono presenti inoltre numerose opere che celebrano i fratelli Wright. Questi lavori testimoniano la passione di Piacentino dagli anni Settanta a oggi per le invenzioni dei due pionieri americani e per le loro capacità ingegneristiche e tecnologiche.
Al piano superiore, diviso in due ambienti longitudinali, la mostra si concentra sugli esordi di Piacentino dal 1968 al 1965, anni che in parte corrispondono a una sua iniziale partecipazione alle mostre dell’Arte Povera (Torino, Bologna, Amalfi), per poi distaccarsene e avviare un percorso autonomo documentato da questa antologica. In questa seconda parte della mostra sono esposti tele e oggetti monocromatici in cui l’artista non impiega colori primari, ma attua una sperimentazione cromatica e realizza impasti sempre diversi.
Alla Fondazione Prada è ancora possibile visitare le esposizioni An Introduction (fino al 10 gennaio 2016), che comprende grandi nomi dell’arte moderna e contemporanea come Yves Klein, Piero Manzoni, Francesco Vezzoli e Nathalie Djurberg, e Trittico, dedicata, in questa sua edizione (anch’essa aperta fino al 10 gennaio), a Pino Pascali, Damien Hirst e Tom Friedman.
La Fondazione Prada è aperta dalla domenica al giovedì dalle 11 alle 19, il venerdì e il sabato dalle 11 alle 22. Chiuso il martedì.
L’ingresso alle mostre costa 10 euro a prezzo intero, ridotto 8 euro.