Assistere alla conferenza stampa di presentazione di Fine pena: ora fa già percepire quanto poco ne sappiamo di quel mondo (se non per sentito dire) e che tipo di lavoro sia stato realizzato per questo spettacolo in cui “due solitudini comunicheranno” e solo assistendo alla pièce si potrà intuire (visto che il tutto nasce da un’esperienza vera) cosa questo “carteggio” abbia comportato.
“Il bello di questo testo è che si entra nella carne, nella vita vissuta di cosa significhi l’ergastolo”, ha evidenziato il direttore del Piccolo Teatro Sergio Escobar, incalzando su un aspetto in particolare: “viene messo in campo un confronto tra due codici dentro i quali si muovono i due uomini, l’uno codificato, condiviso, legittimato e necessario; ma Salvatore, d’altro canto, è il primo a dire, bisognerebbe introdurre la pena di morte, l’ergastolo è nulla”.
Paolo Giordando, autore del bestseller ‘La solitudine dei numeri primi’ si è cimentato nella drammaturgia confessando “è una di quelle storie che un narratore come me aspetta per tutta la vita. È un racconto di un rapporto assoluto e speciale” ed effettivamente ascoltando con quale trasporto e coscienza umana parla Fassone, si immagina proprio questo. “Ho pensato a uno spettacolo costruito a inquadrature. Sia perché il rapporto che si crea tra i personaggi – e di conseguenza tra gli attori che li interpretano – per come è raccontato nel testo, ha un’intensità cinematografica, sia perché è una chiave per convogliare l’attenzione del pubblico là dove mi preme che si focalizzi”, ha dichiarato il regista Mauro Avogadro, definitosi un attore che fa il regista, di conseguenza è un regista di attori.
Partendo da questa consapevolezza, ipotizziamo che dopo aver masticato la materia con gli attori, due animali da palcoscenico (e non solo) quali sono Sergio Leone (giudice) e Paolo Pierobon (ergastolano), li abbia lasciati liberi di vivere il palco e le esistenze di un adulto e di un ragazzino che pian piano matura e nello specifico il giudice Fassone, che per ben ventisei anni ha portato avanti una corrispondenza con Salvatore (poco più che ragazzino), tra gli imputati di un maxiprocesso nel 1985 a Torino.
Come spesso accade, il Piccolo Teatro organizza degli incontri di approfondimento presso il Chiostro Nina Vinchi di via Rovello:
– Mercoledì 22 novembre: ‘Fine pena: ora. Dal romanzo allo spettacolo‘ incontro con Paolo Giordano, Mauro Avogadro. Saranno presenti gli attori dello spettacolo. Coordina Anna Piletti
– Mercoledì 29 novembre: ‘Fine pena: ora‘ incontro con Salvatore Scuto (Avvocato penalista, già Presidente della Camera Penale di Milano), Lucia Castellano (Direttore generale, direzione generale esecuzione penale esterna e di messa alla prova), Don Gino Rigoldi (Cappellano Istituto Penitenziario Minorile Beccaria). Coordina Piero Colaprico, giornalista e scrittore
Riassumendo
Fine pena: ora, dal 21 novembre al 22 dicembre 2017
Piccolo Teatro Grassi
DURATA: 105′
ORARI: lunedì e venerdì 8 riposo; martedì, giovedì e sabato h 19,30; mercoledì e venerdì h 20,30 (salvo mercoledì 29 novembre h 15, per le scuole, e h 20,30); domenica h 16.
PREZZI: platea 33€; balconata 26€