Sommario di questo articolo:
Avete voglia di cinema e non sapete per cosa optare? Cercate una serata di puro divertimento grazie al grande schermo o un film che riesca a unire più anime? Come ogni giovedì, Milano Weekend vi segnala nuove uscite in sala: un nuovo appuntamento con lo #spiegonecinema.
Ecco cosa vedere al cinema a Milano
Alcuni consigli sui film in uscita il 26 aprile
— I fantasmi d’Ismael di Arnaud Desplechin
Mathieu Amalric, Marion Cotillard, Charlotte Gainsbourg, Louis Garrel, Alba Rohrwacher non sono solo dei nomi, ma anche dei bravi attori che riescono a trascinarti nella storia, tanto più se ben diretti.
“”Come i nudi femminili di Pollock” Desplechin costruisce un’opera che contiene tanti film e storie, un labirinto di intrecci avanti e indietro nel tempo e nelle emozioni dei personaggi. Ismael Vullard è un regista e sta per girare un film su Ivan (Garrel), un atipico diplomatico ispirato da suo fratello. Insieme a Bloom, suo maestro e suocero, Ismael non ha ancora superato la morte del suo grande amore Carlotta (Cotillard), avvenuta vent’anni prima. Nonostante una nuova storia con Sylvia (Gainsbourg), che per lui rappresenta tutto. Ma alla vigilia dell’inizio delle riprese, Carlotta ritorna dal mondo dei morti, rimettendo in discussione ogni cosa. Un film summa in cui il regista chiama a ricomporre il puzzle della vita, non sono solo i personaggi ed i temi a lui più cari, ma anche i fantasmi dei suoi maestri: Bergman, Truffaut, Hitchcock, per scrivere insieme una vitalissima elegia del presente”.
— Interruption di Yorgos Zois
Dopo esser stato presentato in Orizzonti alla 72esima Mostra del Cinema di Venezia, arriva finalmente in sala grazie a Tycoon Distribution. Si tratta di una storia che si svolge all’interno di un teatro. “La parola “teatro” deriva da “Theatron”, che sta a significare il luogo in cui vediamo”, specifica il regista e “Interruption è un film sull’Atto del Vedere. Il 23 ottobre 2002, cinquanta ceceni armati presero in ostaggio 850 spettatori nel Teatro Dubrovka di Mosca. Durante i primi minuti di questa occupazione, il pubblico, affascinato dall’ambivalenza del momento, pensò di avere davanti degli attori e che tutto facesse parte della rappresentazione a cui stavano assistendo. In momenti così cruciali, finzione e realtà, verità e bugie, logica e assurdo si fondono. Il film nasce dalla suggestione di questi primi minuti di ambiguità”.
Inevitabilmente sorgono spontanee le domande sulla democrazia e sul nostro senso critico.
— La mélodie di Rachid Hami
Rachid Hami firma un’opera seconda che sicuramente può toccare sul piano emotivo.
“Simon, un famoso musicista ormai disilluso, arriva in una scuola alle porte di Parigi per dare lezioni di violino. I suoi metodi d’insegnamento rigidi non facilitano il rapporto con alcuni allievi problematici. Tra loro c’è Arnold, un timido studente affascinato dal violino, che scopre di avere una forte predisposizione per lo strumento. Grazie al talento di Arnold e all’incoraggiante energia della sua classe, Simon riscopre a poco a poco le gioie della musica. Riuscirà a ritrovare l’energia necessaria per ottenere la fiducia degli allievi e mantenere la promessa di portare la classe ad esibirsi al saggio finale alla
Filarmonica di Parigi?” (dalla trama).
“In La mélodie c’è il desiderio di tradurre in immagini e parole una devozione alla vita e all’arte di fronte a situazioni difficili (miseria, violenza, abbandono, integrazione) dalle quali ognuno cerca di fuggire, e la voglia di affrontare le disillusioni della vita per meglio esprimere i motivi della speranza”, ha dichiarato il regista. Gli attori sono bravissimi nel far immergere lo spettatore in quell’atmosfera e nei desideri che li muovono.
— Loro 1 di Paolo Sorrentino
Potrà dividere l’opinione pubblico, ma anche solo per cultura cinematografica, è un film che va visto.
Rassegne cinematografiche
— Retrospettiva Wes Anderson
Cinema Beltrade 19 – 7 maggio 2018
Il Beltrade ha deciso di offrire una retrospettiva integrale su un cineasta dallo stile inconfondibile, il tutto proponendo le opere in lingua originale sottotitolate. Al nostro articolo l’intero programma.
ORARI: h 21,30
PREZZI: intero € 7€; ridotto under26 e over65 5€; tessera 6 ingressi 24€
Alcuni consigli sui film in sala ad aprile
— Charley Thompson di Andrew Haigh
Dal regista di ‘45 anni‘, arriva una storia che potrà coinvolgervi molto sul piano emotivo. Protagonista è un ragazzo, “Charley (Charlie Plummer), abbandonato da piccolo dalla madre e cresciuto da un padre, Ray (Travis Fimmel), disattento e irrequieto. A quindici anni tutto ciò che desidera è una casa vera, qualcuno che gli prepari da mangiare, che si prenda cura di lui e di cui prendersi cura, una scuola dove farsi degli amici. Insomma, trovare finalmente quel senso di appartenenza e quell’approdo stabile che non ha mai avuto, costretto dai guai del padre a cambiare spesso città e dover ricominciare sempre da capo.
Per Charley e Ray Portland, Oregon, sembra essere il luogo adatto per un nuovo inizio, per porre le basi di una futura stabilità. Qui il ragazzo conosce Del Montgomery (Steve Buscemi), un attempato allenatore di cavalli e proprietario di un maneggio vicino a casa di Charley, e il fantino donna Bonnie (Chloë Sevigny), dura e fragile allo stesso tempo, appassionata da sempre di corse di cavalli, tanto da tornare sempre in sella anche dopo essere stata disarcionata più volte.
Nato e cresciuto nel giro delle corse clandestine, che è tutto quello che conosce, Del fa correre i suoi cavalli ovunque possa trarne un guadagno. Questa nuova amicizia porta Charley a diventare l’aiutante di Del come lavoretto estivo, stringendo un sincero rapporto con Lean on Pete, un cavallo da corsa veloce ma affetto da disturbi che progressivamente gli impediranno di partecipare alle gare, creando grossi danni economici a Del” (dalla trama).
Spesso sullo schermo abbiamo assistito a rapporti uomo-animali davvero formativi, soprattutto quando si trattava di ragazzi e, anche in questo caso, si può dire che Lean on Pete faccia molto maturare Charley, oltre a riempirlo di quell’affetto che forse gli mancava.
Curiosità: il film è stato presentato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove il giovane attore è stato insignito del Premio Marcello Mastroianni.
— Il giovane Karl Marx di Raoul Peck
Leggendo la nostra recensione, capirete quale sia lo sguardo originale su questa figura storica.
— Il mistero di Donald C. di James Marsh
Ancora una volta la realtà diventa ispiratrice. “Donald Crowhurst (Colin Firth), commerciante e velista dilettante, che decise di partecipare alla Golden Globe Race del 1968, regata in solitaria intorno al mondo senza scalo, attirato dall’ammontare del premio in denaro messo in palio dalla rivista Sunday Times per il vincitore, che gli avrebbe consentito di risolvere le sue difficoltà economiche e con la speranza di diventare così la prima persona nella storia a circumnavigare il globo in solitaria senza soste. Con una barca non completamente pronta e la propria casa e il lavoro a rischio, Donald lascia la moglie Clare (Rachel Weisz) e i loro figli, imbarcandosi, non senza esitazioni, nell’avventura a bordo del trimarano Teignmouth Electron” (dalla scheda). Il lungometraggio fa riflettere sui limiti – e relativo superamento – dell’uomo nell’incontro con la natura, spiazzando anche su come il nostro protagonista ponga in secondo piano le relazioni umane (comprese quelle più prossime) per le proprie aspirazioni.
Avvertenza: l’angoscia nel corso della visione è assicurata.
— Il tuttofare di Valerio Attanasio
Non si può non riconoscersi (al di là di certe scelte che esasperano, giustamente) nel plot di questo film completamente calato nella nostra contemporaneità. “Antonio Bonocore (Gugliemo Poggi), praticante in legge che sogna un contratto nel prestigioso studio del suo mentore, il principe del foro Salvatore “Toti” Bellastella (Sergio Castellitto): professore di diritto penale, fine giurista, amante del mondo classico tanto che potrebbe sostenere una conversazione in latino e in greco antico, Bellastella è il non plus ultra tra gli avvocati italiani.
Per lui Antonio fa tutto: assistente, portaborse, autista e perfino cuoco personale, per il momento a fronte soltanto di un miserrimo rimborso spese. Il fatto è che lo studio è di proprietà di Titti (Elena Sofia Ricci), la moglie di Bellastella, e Titti è un po’ tirata in fatto di soldi e con il marito si è divisa i compiti: lui si occupa della parte legale, mentre lei sta alla cassa e gestisce un patrimonio di milioni di euro, tra ville a Capri, chalet a Cortina e immobili a Londra e New York.
Quando Antonio supera brillantemente l’esame di stato, sembra dischiudersi davanti a lui il promettente futuro tanto agognato: diventare socio dello studio con un compenso che supera ogni immaginazione, diecimila euro al mese. Eppure c’è ancora un piccolo favore personale da elargire al grande principe del foro: Antonio dovrà sposare Isabel (Clara Alonso) l’amante argentina di Toti per assicurarle la cittadinanza italiana” (dalla scheda ufficiale). C’è un limite che certe richieste non dovrebbero oltrepassare?
Attanasio, già ha dimostrato di saper masticare le corde della commedia (basti pensare a ‘Smetto quando voglio‘ di cui è co-sceneggiatore) e ha scelto di esordire dietro la macchina con una vicenda che riguarda molti giovani della sua generazione e non solo. Castellitto offre un’ottima prova attoriale – ora misurato, ora oltre righe ma senza mai straboccare – e Poggi dona sincerità a un personaggio molto umano, che deve far fronte a meccanismi che – ahinoi – risultano assodati. Buon ritmo, per una commedia che riesce a far digerire l’amara realtà.
— Io sono tempesta di Daniele Luchetti
Si parte sulle note di Gaber e non è un caso che sia stato scelto proprio il brano ‘Ho visto un re’. Tocca a Marco Giallini dar vita a un “re” particolare, scoprite nella nostra recensione perché e come coerentemente Luchetti continua ad avere un occhio molto lucido sulla nostra società.
— I segreti di Wind River di Taylor Sheridan
Sheridan ci aveva abituato a sceneggiature notevoli (basti pensare a ‘Sicario‘ di Denis Villeneuve) e in questa circostanza ha voluto cimentarsi, per la seconda volta, dietro la macchina da presa, realizzando subito un’opera che è stata meritevole del premio Miglior Regia per la sezione ‘Un certain regard’ a Cannes 2017.
“Un cacciatore solitario (Jeremy Renner) ritrova durante un’escursione tra le nevi il corpo senza vita della figlia di un suo caro amico. Mosso da un passato personale misterioso decide di unirsi alla giovane agente FBI Jane Banner (Elizabeth Olsen) in una pericolosa caccia all’assassino. Nell’apparente silenzio dei ghiacci si nasconde una sconvolgente verità” (dalla sinossi). “I segreti di Wind River esplora forse l’aspetto più tangibile della frontiera americana e il più grande fallimento dell’America: la riserva dei nativi americani. Da un punto di vista più intimo, è lo studio di come un uomo supera una tragedia senza mai porvi una vera fine. Da una prospettiva più ampia invece, è un approfondimento sulle conseguenze di com’è vivere in terre dove non si sarebbe mai voluto abitare.
È un luogo brutale, dove il paesaggio stesso è un antagonista. È un luogo in cui la tossicodipendenza e gli omicidi uccidono più del cancro, e lo stupro è considerato un rito di passaggio per le ragazze per diventare donne. È un luogo in cui le leggi dello Stato lasciano spazio alle leggi della natura. Nessun posto in Nord America è rimasto così invariato nel secolo scorso e nessun posto in America ha sofferto tanto dei cambiamenti che vi hanno avuto luogo”, ha dichiarato lo stesso regista, il quale, infatti, è stato bravissimo nel far emergere tutti questi aspetti, merito anche di un’ottima direzione degli attori dovuta – immaginiamo – al suo essere, a sua volta, interprete (lo abbiamo visto in ‘Walker Texas Ranger’ e ne ‘La signora del West’).
— L’amore secondo Isabelle di Claire Denis
Juliette Binoche è una garanzia (per questo lungometraggio ha ottenuto le nomination come Miglior Attrice ai César, agli EFA e ai Prix Lumières) dà volto, voce e spessore – vedi i continui cambi di registro – a una donna che, a cinquant’anni, con un matrimonio alle spalle, cerca ancora l’amore. “Isabelle è una donna che si sente sola e invece è tutte le donne. Soffre, si illude, spera, dubita, desidera, piange, ama. Con ardore e convinzione, con il cuore aperto ed esposto, con leggerezza e ironia, in un film in cui fanno da sfondo la vita e il respiro di Parigi, con i suoi rumori e le sue luci, e la Tour Eiffel che sembra illuminare la città e Isabelle come se fosse un set” (dalla trama).
“Isabelle è una donna che vede aprirsi sotto i suoi piedi il divario tra quello che cerca negli uomini e quello che riesce a trovare. Questo squilibrio non fa che aumentare nel corso dei suoi diversi incontri e dei suoi «frammenti». Ma non è una versione femminile di Don Giovanni, una seduttrice depressa, preda di una dipendenza che la uccide lentamente. È più che altro simile a Casanova, a un’edonista che persegue il piacere, ma essendo una donna, la sua indole deve essere molto ben dissimulata”, ha raccontato la regista.
Nel cast anche Xavier Beauvois, Philippe Katerine, Valeria Bruni Tedeschi e Gérard Depardieu. Da vedere anche per la raffinatezza con cui tratta certe sfumature.
— La casa sul mare di Robert Guédiguian
Dopo esser stato presentato, in concorso, alla Mostra del Cinema di Venezia, finalmente arriva in sala l’ultimo lavoro del regista francese. Si può rimanere fedeli a se stessi e alla propria poetica, pur riuscendo a comunicare qualcosa di nuovo e questo è il caso.
“In una pittoresca villa affacciata sul mare di Marsiglia tre fratelli si ritrovano attorno all’anziano padre: Angela (Ariane Ascaride) fa l’attrice e si è trasferita a Parigi, Joseph (Jean-Pierre Darroussin) è un aspirante scrittore innamorato di una ragazza che ha la metà dei suoi anni, e Armand (Gérard Meylan), l’unico a vivere ancora in paese, gestisce il piccolo ristorante di famiglia. Il tempo passato insieme è l’occasione per fare un bilancio, tra ideali ed emozioni, aspirazioni e nostalgie. Finché un arrivo imprevisto, dal mare, porterà scompiglio nelle vite di tutti” (dalla scheda). Generazioni a confronto in un film che sa far empatizzare, lavorando in sottrazione e senza tralasciare il lirismo.
— Molly’s Game di Aaron Sorkin
Jessica Chastain (perfettamente in parte), Idris Elba, Kevin Costner. Un trio di star da apprezzare in lingua originale per un film che, avrebbe dovuto essere asciugato (tagliando alcuni minuti), ma che può tenere incollato il pubblico.
“Basato sulla storia vera di Molly Bloom (la Chastain), una giovane e carismatica speranza olimpica dello sci, costretta ad abbandonare lo sport dopo una grave lesione fisica. Molly, dopo gli studi di legge, ottiene un lavoro estivo che la introduce a una nuova impresa, in cui sono necessarie disciplina e energia simili a quelle per lo sport: scalare il mondo più esclusivo e ad alto budget del poker clandestino. I grossi portafogli delle stelle di Hollywood, dei giganti dello sport e degli affari le regalano una decade di sfarzi, successo e glamour, ma attirano anche le attenzioni sbagliate quando, senza esserne a conoscenza, mette al tavolo da gioco dei membri della mafia russa. La sua scia fortunata si arresta bruscamente quando viene arrestata in piena notte da 17 agenti dell’FBI che imbracciano armi automatiche.
Costretta ad affrontare le accuse a suo carico, diventa suo unico alleato il suo avvocato difensore (Idris Elba), riluttante all’inizio e che invece scopre che c’è molto di più in Molly Bloom di quello che le volgari storie da tabloid rivelano” (dalla scheda). Molly’s Game non è da ridurre a una storia di “gioco d’azzardo”, ma fa emergere anche certi meccanismi psicologici della protagonista femminile – tracciandone la parabola esistenziale – così come della nostra società.
— Quanto basta di Francesco Falaschi
Nella nostra recensione potrete scoprire se questa commedia può fare al caso vostro per le corde emotive che smuove. Nel cast Vinicio Marchioni, Luigi Fedele, Valeria Solarino, Mirko Frezza, Gianfranco Gallo, Alessandro Haber, Benedetta Porcaroli.
— The Happy Prince di Rupert Everett
Scoprite nella nostra recensione che tipo di sguardo originale Everett (fattosi conoscere al grande pubblico con ‘Il matrimonio del mio migliore amico‘) ha proposto su questo autore, decidendo di esordire dietro la macchina da presa.
— The Silent Man di Peter Landesman
Un thriller che prende spunto dalla realtà ponendo sotto l’obiettivo della macchina da presa “il più famoso informatore segreto della storia degli Stati Uniti: Mark Felt (Liam Neeson), vice-direttore dell’FBI, che è stato – sotto lo pseudonimo di “Gola profonda” – la fonte anonima dello scandalo Watergate negli anni ’70.
Per oltre trent’anni, la misteriosa identità dell’informatore segreto ha suscitato un’intensa curiosità da parte dell’opinione pubblica e una serie di speculazioni, fino a quando, nel 2005, in un articolo apparso su Vanity Fair, Felt non ha ammesso di essere stato lui. Malgrado il suo nome sia ormai di dominio pubblico da un decennio, in pochi conoscono la vita professionale e privata del brillante e intransigente Felt, che rischiò, e in ultima istanza sacrificò, ogni cosa, compresa la famiglia, la carriera e persino la libertà, per rendere note le informazioni di cui era a conoscenza” (dalla sinossi).
Si tratta di un’opera che racconta lo scandalo Watergate da un’altra prospettiva, inedita e tutta da scoprite. “Il film si immerge nell’altra faccia dello specchio del più importante capitolo giornalistico della storia degli Stati Uniti, lo svelamento della fonte anonima, “Gola profonda”. All’epoca, per Felt, la posta in gioco andava ben oltre lo scandalo Watergate. La sua storia è leggendaria.
Il carattere epico della vicenda reale mi ha consentito alcune libertà come cineasta. Ho guardato alla condizione di isolamento di Felt – al lavoro e a casa – e ai rischi connessi e ho visto l’aspetto mitico e romantico della sua situazione. Mi ha fatto venir voglia di fare un film eccessivamente bello, nel modo in cui può essere bello e dare le vertigini un dipinto di Edward Hopper. A livello di immagine, non volevo che sembrasse un film d’epoca, non volevo ricorrere allo stratagemma di dare l’impressione che fosse girato negli anni ’70. Ma non volevo nemmeno che visivamente richiamasse la stretta contemporaneità. Ho scelto una scala cromatica particolare per Felt e il suo mondo. La confusione degli anni ’60 era finita, la modernizzazione degli anni ’70 non era ancora iniziata. I primi anni ’70 costituiscono uno spazio interstiziale. Per questo ho girato con una macchina da presa digitale, ma con obiettivi anamorfici vintage per avere un quadro pittorico organico. Come se la macchina da presa fosse l’occhio di un voyeur, con il suo punto di vista soggettivo rispetto alle cose e alle persone che osserviamo. Ho creato una parete di immagini di Todd Hido e Saul Leiter, fotografi che hanno catturato un tipo di isolamento tipicamente americano, utilizzando colori umorali, ma mai artificiali. Ho filmato quasi tutto attraverso dei filtri azzurri per raffreddare ogni cosa, rendendola fresca, ma mai fredda. I colori esprimono le emozioni”, ha dichiarato il regista, facendo trasparire da queste parole quanto studio minuzioso ci sia dietro al fil, ben evidente durante la visione. Nel cast anche Diane Lane e Marton Csokas.
Eventi cinematografici conclusi
— Boom for real. The late teenage years di Jean-Michel Basquiat
Fondazione Giangiacomo Feltrinelli 14 aprile
Al nostro articolo tutti i dettagli sul film che chiude la rassegna ‘CinemAnteprima – La vita e niente altro’.
ORARIO: h21
PREZZI: intero 7€; ridotto over65, under25, studenti e titolari CartaPiù e MultiPiù 5€
— Omaggio a Mariangela Melato
Il Cinemino 9 aprile
Una giornata di proiezioni speciali e di incontri dedicata a una delle più grandi attrici della storia del cinema italiano, Mariangela Melato. Ecco il programma:
14.30 Il gatto di Luigi Comencini (1977)
Per il ciclo del lunedì Venga a prendere un caffè da noi (film + caffè euro 5)
16.30 Film d’amore e d’anarchia di Lina Wertmüller (1973)
18.40 Mimì metallurgico ferito nell’onore di Lina Wertmüller (1972)
20.50 incontro con Michele Sancisi autore del libro
Tutto su Mariangela. Biografia di una donna (2018, Ed. Bompiani)
Letture di Emanuela Villagrossi
(Ingresso gratuito fino esaurimento posti disponibili)
21.30 La classe operaia va in Paradiso di Elio Petri (1971)
PREZZI: biglietto unico 7€, ridotto 5€.
Carnet ingressi: 4 x €20 | 7 x 30€ | 10 x 40€
— Presentazione de ‘Il giovane Karl Marx’
Spazio Oberdan 6 aprile
Alberto Martinelli (professore ordinario e coordinatore del corso di laurea magistrale ‘Scienze politiche e di governo’ all’Università degli Studi di Milano), Matteo Pavesi (Direttore Generale della Cineteca Italiana di Milano) ed Enrico Nosei (Direttore della Programmazione del cinema) presentano il film di Raoul Peck.
ORARIO: h 21,15
PREZZI: intero 7,50€; ridotto cinetessera e studenti universitari 6€
Rassegne cinematografiche concluse
— Assurdo Film Festival
Teatro Pax (Cinisello Balsamo) 5 – 6 aprile 2018
Cinebaloss presenta la prima edizione di un festival che ha scelto di dar spazio a film e cortometraggi che hanno una particolare attenzione a una visione diversa della realtà, inaspettata, assurda. Sul sito ufficiale tutti i dettagli.
— Cervello & cinema
Spazio Oberdan 9 – 13 aprile 2018
Sul sito ufficiale tutti i dettagli di questa seconda edizione.
ORARI: h 20
PREZZI: ingresso gratuito
— Il cinema di Sion Sono
Spazio Oberdan 14 – 22 aprile 2018
Se non avete ancora avuto modo di approfondire la filmografia del cineasta asiatico, questa è un’occasione da cogliere al volo. Qui il programma dettagliato.
ORARI: variano a seconda del film
PREZZI: intero 7,50€; ridotto con Cinetessera 6€; ingresso gratuito 16-19 anni
– Rendez-vous 2018, il festival del nuovo cinema francese
Anteo Palazzo del Cinema – 10 aprile 2018
In occasione dell’ottava edizione di Rendez-vous, Festival del nuovo cinema francese proiezione speciale di La Villa / La Casa sul mare con incontro con il regista Robert Guédiguian alla fine della proiezione, in versione originale con sottotitoli in italiano.
Orario: 19,40
Prezzo: 3 euro