“Vi svelerò la ragione per cui non è necessario sapere chi è Elena Ferrante”. È con queste parole che il regista Giacomo Durzi (co-ideatore insieme a Laura Buffoni) di Ferrante Fever ha introdotto la proiezione del documentario. Ci sentiamo subito di dire che questa sua frase non è pretenziosa, anzi, post visione ha centrato l’obiettivo.
Si potrebbe dire idealmente parlando che dai vicoli napoletani (in cui ambienta le sue storie) si va Oltreoceano, chiedendosi, ma senza l’ardire né la voglia di saperlo: chi è Elena Ferrante? È molto apprezzabile l’approccio scelto concentrandosi sul Paese in cui effettivamente quest’autrice è diventato un caso avvalorando l’espressione – seppur scontata – del nemo propheta in patria (almeno non quanto dovrebbe). Nello stilare la sua classifica annuale, la rivista americana Foreign Policy ha inserito la Ferrante tra le cento personalità e pensatori più influenti del mondo.
Come voci nostrane da intervistare sono stati selezionati Roberto Faenza, Nicola Lagioia, Francesca Marciano, Mario Martone e Roberto Saviano. Quest’ultimo rilancia un concetto/interrogativo fondamentale: “si può parlare solo con il contenuto della propria opera?”.
Il regista tratteggia un ritratto di ciò che quest’autrice restituisce dando spazio alle percezioni di professionisti autorevoli, riuscendo a trasmettere allo spettatore quanto i suoi testi e soprattutto la tetralogia siano un vero e proprio fenomeno negli Stati Uniti. Interessante l’idea di ricorrere all’animazione (realizzata da Mara Cerri e Magda Guidi) ora per “abbozzare” la nostra autrice che ci guida nel viaggio, ora per far uscire dalle sue pagine i personaggi (in particolare da ‘L’amica geniale‘), giocando proprio con la chiave del mistero – forza della Ferrante.
“Come per i miei precedenti lavori di documentario, cerco sempre di mantenere un approccio laico e non manicheo alle storie. Storie di persone che mi intrigano per gli aspetti psicologici complicati di cui sono fatte. Biografie in cui emergono personalità potentissime, su cui tento di posare lo sguardo con mente lucida, il giusto distacco e la necessaria empatia”, ha dichiarato Durzi.
Ferrante Fever immaginiamo che potrà attrarre in primis gli appassionati dei suoi romanzi, ma ne consigliamo la visione anche a chi ancora non la conoscesse perché è un’opera che, tra il taglio d’inchiesta e Anna Bonaiuto che ne legge degli estratti (voce negli audiolibri realizzati), fa sorgere il desiderio di andar a fondo e scoprirla nelle sue opere.
Il documentario è nelle nostre sale solo dal 2 al 4 ottobre e sarà trasmesso prossimamente su Sky Arte HD.
Voto 7
Una frase: “Scrivo per testimoniare che sono vissuta e che ho cercato una misura per me e per gli altri, visto che gli altri non potevano o non sapevano o non volevano farlo” (da una dichiarazione della stessa Ferrante)