Solo per due giorni, il 18 e il 19 novembre prossimi, i cinema italiani ospiteranno – a un mese dall’uscita negli USA – “Enzo Avitabile Music Life” del regista premio Oscar Jonathan Demme (Il silenzio degli innocenti, Philadelphia), con una uscita evento di Microcinema.
Il documentario sulla vita e la musica dello straordinario cantante, compositore e pluristrumentista napoletano nasce dallo strano incontro fra due artisti: “Cinque anni fa, stavo ascoltando un programma alla radio mentre guidavo sul George Washington Bridge a New York, quando mi sono imbattuto per la prima volta nella musica di Avitabile. E la mia vita è cambiata: dovevo assolutamente incontrarlo”, spiega Demme.
Nasce così un ritratto insolito del musicista protagonista riconosciuto sulla scena internazionale della world music e che ha fatto della sperimentazione un suo segno distintivo: si tratta di un film a ritroso nei ricordi, fra le palazzine popolari di Marianella dove Avitabile è cresciuto, ma anche di uno straordinario concerto.
“Tutt’ ugual song’e criature”, “Rape ca t’è utele”, “Quanno o Vesuvio”: la voce dell’autore di Sacro Sud e Festa, Farina e Forca declama sillabe sacre, laiche e contemporanee; tra le luci suggestive del Salone Margherita, l’artista, formatosi attraverso la musica di Parker, Coltrane, Miles e Rivers e il canto popolare napoletano (il “canto disteso”), regala allo spettatore emozionato storie di popoli antichi, di deserti e nuvole lente. Con lui suonano artisti provenienti da tutto il mondo: tra i tanti, Eliades Ochoa (Cuba), Naseer Shamma (Iraq), Luigi Lai (considerato il miglior suonatore vivente di un insolito strumento: il launeddas sardo), Daby Touré (Mauritania) e Amal Murkus, cantante palestinese che vive e lavora in Israele, con cui Avitabile interpreta “Canta Palestina”, struggente ricordo dell’attivista Vittorio Arrigoni.
Il nostro voto: 7+
Una frase: “Si comincia sempre con il maestro Pergolesi” (Avitabile)
Per chi: ancora non conosce la magia della musica di Enzo Avitabile