// Se scrivete su Google la parola audiodramma vi comparirà immediatamente Fonderia Mercury.
Da tempo questa compagnia ha intrapreso un percorso particolare, insolito (nell’accezione più positiva del termine) e che potrebbe avvicinare ulteriormente i giovani. Si tratta di audiodrammi in teatro e E Johnny prese il fucile è una tappa di questo viaggio alla scoperta di testi, voci e suoni.
Se pensiamo alla Prima Guerra Mondiale nella nostra letteratura ci vengono in mente Ungaretti, ma anche Gadda (quest’ultimo così ben comunicato a teatro dall’ottimo lavoro portato in scena da Fabrizio Gifuni, ‘L’ingegner Gadda va alla guerra‘). Chi ama la letteratura, però, non può non conoscere il romanzo scritto da Dalton Trumbo in cui è il monologo interiore a far da padrone.
«Entra in Teatro. Ascolta in cuffia. Sei in radio!» recita il loro slogan unendo i due registri e modi di comunicare. Agli spettatori vengono consegnate all’ingresso le radio cuffie attraverso le quali ascoltare le voci, i suoni, i rumori prodotti sul palco, dove sono protagonisti gli attori e i microfoni utili alla costruzione dell’immagine acustica.
«Quanto avviene sul palcoscenico eÌ€ al servizio di un’unica dimensione, quella dell’ascolto: per il pubblico eÌ€ come entrare abusivamente in uno studio radiofonico mentre eÌ€ accesa la lucina rossa della registrazione», spiega Sergio Ferrentino, che si occupa dell’adattamento e della regia radiofonica.
Sicuramente, di fronte a un testo del genere, questa scelta di comunicazione potrebbe essere un modo per percepire ulteriormente sulla propria pelle quelle emozioni che un soldato, giovane, poteva aver provato in circostanze simili.
L’audiodramma, come il libro, si muove e vive sulle silenziose ma incisive riflessioni di morte e di vita del soldato Joe, uno dei milioni di giovani portati ad uccidere altri giovani, che pensa ostinatamente dall’interno della sua detenzione corporea.
Un doloroso monologo amplificato nella sua potenza dall’impiego del microfono binaurale che porta all’ascolto del pubblico ogni respiro e pensiero del protagonista, in un intreccio di suoni, effetti e voci in un totale coinvolgimento scenico.
In scena e in cuffia: Alessandro Castellucci, Roberto Recchia, Eleni Molos. Musiche originali di Gianluigi Carlone.
Per i milanesi che lo avessero perso al Parenti di Milano, cogliete questa occasione il 19 gennaio al Cinema Teatro San Rocco di Seregno (MB).
Vi segnaliamo che lo spettacolo sarà anche in scena al Cineteatro Politeama di Pavia il 20 gennaio 2017.
ORARI: h 21
PREZZI: da 15 a 25 euro