Una sera a teatro a sentire Philippe Daverio vale sempre la pena, specie se il teatro in questione è il Carcano che ha aperto – lo sapevate? – nel 1803 e magari è un lunedì di pioggia che alimenta la voglia di stare al chiuso e magari di concentrarci su ciò che è stato per capire meglio il presente.
Si intitola ‘Mistero Italia‘ il ciclo che ha preso il via il 29 ottobre al Carcano e che vede il critico d’arte e saggista impegnato in quattro conferenze spettacolo in cui racconta, con il suo stile, vizi e virtù del nostro Paese. Se l’anno scorso protagonista era l’Europa della Cultura, quest’anno fino al 25 marzo Daverio ci delizierà parlandoci dei Campanili dell’Italia (appuntamento il 28 gennaio 2019), dei paesaggi d’Italia (11 febbraio) e infine de Il miraggio dell’Unità (25 marzo).
Noi che siamo stati a vedere la prima di queste conferenze spettacolo, dal titolo Le lingue d’Italia, vi possiamo assicurare che si tratta di un’ora e 15 minuti circa ben spesi.
Il linguaggio è quello che da sempre contrassegna il saggista, immediato e forbito allo stesso tempo, e non mancano battute spesso di carattere politico o sulle città – specie quando Daverio parla di Roma e del caos che la anima ai giorni nostri – così come chicche preziose che lo scrittore regala mentre, seduto sul palco, e accompagnato da uno schermo in cui si succedono varie opere, ripercorre la storia linguistica e non solo del nostro Paese.
Una storia che tocca più fronti e più personaggi, da Dante e Manzoni che “andrebbero letti a 30 anni, ossia quando si capiscono davvero” alle vere origini dell’italiano.
Come forse molti sanno, la lingua che parliamo attualmente è intimamente legata alla Divina Commedia di Dante, ma, come Daverio precisa, a lui va sì il merito di avere messo insieme, con una grande opera, tutte le istanze di una lingua che si stava diffondendo sempre più. Allo stesso tempo, però, un notevole apporto dal punto di vista linguistico e della produzione viene dalla Scuola Poetica Siciliana, di cui Daverio ricorda personaggi come Giacomo da Lentini e quel Pier della Vigna che Dante mise nella sua Divina Commedia.
Ma non solo: la nostra lingua ha molto a che vedere con il linguaggio dei notai e con una Bologna che ne era la patria indiscussa.
Il suo “show” spazia dunque da Dante, passando per il Petrarca, ma anche per il ‘Decamerone’ del Boccaccio e arrivando fino a un linguaggio che tale non sembra, ma che contrassegna quegli anni: l’espressionismo di Giotto, la cosiddetta lingua del pathos che ha un po’ influenzato tutta la nostra nazione. Daverio lo dice a chiare lettere “L’Italia è la patria del pathos” e non ha tutti i torti.
Ma non solo il Medioevo, Daverio nel suo spettacolo cita le lotte intestine tra guelfi e ghibellini, analizza la presenza e il ruolo del Papato, del Regno di Sardegna, dei Savoia, spiegando ciò che rende la nostra Italia diversa dal resto d’Europa.
Un viaggio che non è sempre cronologico, ma che segue un filo logico e che, in una cornice come il Carcano, ricorda che non c’è modo migliore di conoscere il presente se non guardando attraverso il passato. E di farlo in modo divertente, con spunti inediti, analizzando i vizi ma anche le virtù.
Riassumendo
Mistero Italia. Prossimi appuntamenti: 28 gennaio, 11 febbraio e 25 marzo 2019
Teatro Carcano
ORARIO: h 20,30
PREZZI: intero 18€; over65 15€, studenti e under26 13,50€
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