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Crisi Libreria Bocca, Milano rischia di perdere un pezzo della sua storia

Valentina Fumo 11 anni fa

bocca-620x350Centocinquanta. Secondo i dati dell’Associazione italiana librai, nel 2013 questo è il numero delle librerie che hanno chiuso nel nostro Paese. A Milano, c’è un signore che lotta per non allungare questo triste elenco: si chiama Giorgio Lodetti, attuale proprietario della Libreria Bocca che, aperta nel 1775 e riconosciuta bottega storica, è un pezzo di storia meneghina e non solo.

Sono state cinque le sedi della libreria in passato: Parigi, Firenze, Roma, Torino e Milano, l’unica sopravvissuta, un luogo antico e magico, pieno di arte e libri meravigliosi. Le sorti dell’azienda per lungo tempo hanno seguito quelle dell’Italia, i Bocca stampavano per Casa Savoia. La cultura nazionale ha un grande debito nei confronti della casa editrice che annovera tra i suoi autori Gioberti, Pellico, Previati, Segantini, Nietzsche, Kierkegaard, Freud.

Dopo aver già passato un periodo di difficoltà nel 2009, salvata dall’amministrazione Pisapia che ha congelato il canone di locazione fino al 2025, la più antica libreria d’Italia che ha attraversato indenne tre secoli di storia oggi rischia di chiudere per la crisi: Lodetti qualche giorno fa ha deciso di affidare a un cartellone il suo appello disperato, “La crisi rischia di farci chiudere. Sostieni la più antica libreria d’Italia regalandoti un libro”.

Mentre sul profilo Facebook della libreria sono già oltre 520 le condivisioni della richiesta d’aiuto, viene lanciato l’hashtag #SaveLibreriaBocca nella speranza che anche attraverso i social media i milanesi, gli stessi che lo hanno eletto luogo del cuore FAI, ed eventuali finanziatori siano informati del fatto che un pezzo di storia italiana sta per essere perduto per sempre.

Nonostante la Libreria Bocca sia nel “salotto buono” di Milano, la Galleria Vittorio Emanuele I, la bottega è arrivata a incassare solo mille euro al mese. Rimane questa considerazione amara di Lodetti: “C’è un aspetto che più di ogni altro rende l’idea: le stesse persone che nei negozi di lusso, a pochi metri da qui, spendono mille euro per una borsa, entrano da noi e contrattano sul prezzo di un volume”.

Una considerazione che dovrebbe far riflettere sull’ordine delle nostre priorità: evidentemente la cultura non vi rientra.

http://www.libreriabocca.com/