Una revisione alle Vie D’Acqua, il faraonico progetto di Expo 2015 che avrebbe dovuto collegare a Nord il Canale Villoresi al sito espositivo, attualmente in costruzione tra Rho e Milano e defluire poi al Naviglio Grande a Sud. Questo è quanto ha promesso il Commissario Unico di Expo 2015, Giuseppe Sala, in seguito alle proteste dei comitati di cittadini che da mesi stanno facendo sentire la propria voce contro la realizzazione del canale, soprattutto nella tratta che interessa i parchi della corona urbana Ovest di Milano, come il Parco delle Cave e il Parco di Trenno.
Nel nuovo progetto in valutazione da parte delle istituzioni competenti, il canale delle Vie d’Acqua dovrebbe limitarsi ora ad una pura opera idraulica. Il piano definitivo sarà presentato tra una quindicina di giorni. Rimane il fatto che le Vie D’acqua si faranno e in ogni caso saranno studiate per garantire il flusso d’acqua verso la Darsena e svolgere una funzione irrigua per il sistema agricolo milanese.
Da tracciato navigabile, utopistico progetto subito accantonato dopo la vittoria di Milano su Smirne come sede dell’esposizione universale, le Vie D’Acqua hanno cambiato così nuovamente volto.
Un’opera idraulica sostanzialmente funzionale al sito espositivo stesso, che attraversava i parchi deturpandoli, con il rischio di rimanere, una volta finito l’Expo, una fogna a cielo aperto. Ecco le paure dei comitati di protesta e di Italia Nostra Sezione Milano Nord, che nell’estate 2013 – quindi molto prima che le società vincitrici dell’appalto entrassero con le loro ruspe nei parchi – propose una variante di progetto, rifiutata da Expo e dal Comune.
Secondo il delegato del Sindaco Pisapia, infatti, la proposta risultava impraticabile in quanto il percorso proposto prevedeva l’esproprio di alcuni terreni dei Ligresti sottoposti a un procedimento fallimentare e perché, per connettersi ai canali esistenti, come avrebbe voluto Italia Nostra, si sarebbero creati maggiori danni ambientali. “Uno stravolgimento simile del progetto, avrebbe comportato un iter lunghissimo e ricorsi al Tar delle ditte che hanno partecipato al bando – ha dichiarato Gianni Confalonieri in un’intervista rilasciata a MetroNews -. E qui il tempo è tiranno. Con più tempo avremmo trovato un accordo migliore”.
Nell’ipotesi ora ventilata da Expo, il canale nel Parco di Trenno sarà interrato, salvando gli alberi, e si opererà una deviazione a nord dal Villoresi, per servire il canale che circonda l’intera area dove si svolgerà la manifestazione.
“Nonostante l’apertura mostrata su varie tematiche e in particolare sull’interramento del canale in alcuni tratti, bonifiche, opere di mitigazione e riqualificazione, parte dei comitati ha rifiutato l’accordo – ha scritto Giuseppe Sala nel comunicato stampa del 25 febbraio, in cui comunicava la presa in carico della revisione del progetto Vie D’Acqua -. E duole aggiungere che, purtroppo, nei cantieri si sono registrati persino atti di illegalità, come azioni vandaliche e sabotaggi“.
“Ciò che 5 mesi fa era un dogma ora non lo è più – commenta il comitato No Canal -. Resta comunque inaccettabile il tono provocatorio di chi continua a parlare di minoranza quando sempre più pezzi di città si stanno schierando al nostro fianco e che si parli di atti vandalici e sabotaggi in modo generico e diffamatorio quando all’atto pratico, a oggi, quando intervenute, le forze dell’ordine hanno più volte fermato i lavori perché il cantiere non era perfettamente a norma”.
A pochi giorni dall’annuncio della variante di progetto, l’associazione milanese I Cani da Reporter ha intervistato alcuni dei protagonisti di questa vicenda: Luca Trada del comitato No Canal e Laura Fabbri, che si è occupata per un certo periodo delle Vie D’Acqua in qualità di ex presidente della Commissione Expo di Zona 7 di Milano.