Nel 2011 Cinquanta sfumature di grigio, il romanzo erotico della scrittrice britannica E.L. James (pseudonimo di Erika Leonard), scalava le classifiche dei bestseller, primo capitolo di una trilogia che, con Cinquanta sfumature di nero e Cinquanta sfumature di rosso, raggiungeva numeri da capogiro: cento milioni di copie vendute in trentasette Paesi.
Mentre migliaia di editor sbattevano ripetutamente la testa contro il muro chiedendosi cosa avesse potuto determinare il successo di questo Harmony in salsa bondage, iniziavano le riprese del film costato oltre 40 milioni di dollari. Per il ruolo del protagonista sono stati presi in considerazione numerosi attori: da Ryan Gosling a Ian Somerhalder a Robert Pattinson; per quello dell’interprete femminile Kristen Stewart, Elizabeth Olsen e Felicity Jones. Alla fine sono stati scelti l’attore irlandese Jamie Dornan (Marie Antoniette, Flying Home) e la figlia di Don Johnson e Melanie Griffith, Dakota Johnson (Need for speed, Anarchy).
La trama del film -che in teoria dovrebbe esplorare il mondo delle pratiche sessuali BDSM fatto da un lato di sadismo e dominazione, dall’altro di masochismo e sottomissione- è di per sé semplice: prendete un ventisettenne milionario e una neolaureata vergine. Come dite? Sì, è vero: statisticamente sarebbe più facile recuperare due unicorni parlanti, ma sarebbe meno divertente, fidatevi. Lui, Christian Grey, ha uno sguardo magnetico e discreti addominali (ma abbiamo visto di meglio). Non abbiamo invece la certezza che abbia i denti: nel film non ride neanche per sbaglio, ma tant’è; pare che i bei tenebrosi piacciano alle donne da che mondo è mondo.
A Christian invece piace Anastasia Steele, che lo intervista nel suo studio sostituendo la coinquilina influenzata. Non abbiamo ancora ben capito cosa della ragazza attragga tanto il multimilionario: saranno i virginali vestitini a fiori abbinati alle orrende ballerine modello ciabattina cinese? Il pervicace rifiuto del trucco e della piastra per capelli o l’abbinamento occhiaia violenta-brufolo da sindrome premestruale? Non lo sappiamo: rimane il fatto che quando lei si morde il labbro, a lui viene voglia di sculacciarla: si tratta di una sorta di riflesso pavloviano che il regista Sam Taylor-Johnson, sottostimando più del dovuto il Q.I. degli spettatori, non smette di mettere in evidenza per tutta la durata del film con inquadrature ad hoc.
I due si rincontrano nella ferramenta dove lei lavora: nel negozio Christian acquista corde, fascette e nastro adesivo (ma fidatevi: dopo la visione del film, di tutto avrete voglia salvo che saccheggiare i reparti di bricolage) che è solito usare in quella che lui chiama “stanza dei giochi” (memorabile la battuta di lei: “Ma ci tieni l’X-box?”). Tra i due inizia una relazione travagliata.
Se la trama di Cinquanta sfumature di grigio è insulsa, almeno ci sarà del buon sesso, direte voi. E invece no. Nessuna scena di nudo integrale, nessuna pratica estrema: la scena più violenta rimane quella in cui Christian colpisce senza troppa convinzione Anastasia sei volte con una cinghia di cuoio. E lei piange. Perché lei lo ama, ça va sans dire, mentre lui -Christian ci tiene a precisarlo fin dall’inizio della storia- non fa mai l’amore: lui “scopa forte”. Fatto sta che a noi non è sembrato.
In definitiva, il successo del libro e le grandi aspettative riposte nel film dai fan si basano proprio su questo: sul tentativo di propinare a lettori e spettatori il più trito e ritrito degli schemi da feuilleton, mascherando malamente la storia d’amore da relazione eccitante e trasgressiva. Anastasia Steele è l’archetipo della donna angelicata che cerca di redimere con il suo amore puro il suo bello e dannato; Christian Grey è l’ennesima prova (ovemai noi donne ne avessimo bisogno) che il principe azzurro o è gay o ha bisogno di almeno dieci anni di psicanalisi per non sembrare un bambino complessato (Grey passa agevolmente dall’infantile “Ma devi andare proprio a trovare tua madre?” all’esilarante “Ma certo che sei importante per me: ho fatto salire solo te sul mio elicottero!”). Non a caso l’uscita del film è prevista per giovedì 12 febbraio, nel weekend di San Valentino.
Cosa salviamo? La colonna sonora con Beyoncé, Frank Sinatra e i Rolling Stones. A questo punto la vera trasgressione quest’anno, fidatevi, sarà vedere la finale di Sanremo.
Il nostro voto: 4
Una frase:
Ana: “Non sarei adatta qui; insomma, mi guardi”
Christian:”La guardo”
Per chi: solo per chi ha amato il libro a tal punto da non poter rinunciare alla visione del film.