A pochi passi dalla modernissima piazza Cordusio (in questi giorni presa d’assalto per il primo Starbucks a Milano) si sviluppa una parte della Milano molto antica. Guardando tra una via e l’altra o alzando lo sguardo si respirano sapori d’altri tempi, soprattutto in via Broletto e le piccole limitrofe che la incrociano. Sulla stessa via si sviluppa anche una chiesa, la Chiesa di San Tomaso in Terra Mala.
La chiesa di San Tomaso dallo stile neoclassico
La facciata della chiesa di San Tomaso viene trattata dalle cronache sin dal XI secolo. Più tardi venne ristrutturata completamente per volere di Carlo Borromeo che ne cambiò anche l’orientamento, precedentemente opposto all’attuale.
Si sviluppa lungo via Broletto si presenta in stile neoclassico sia nelle colonne che nel timpano, opera ottocentesca dell’architetto Giuseppe Aragantini. Gli interni invece sono stati ricostruiti in un’unica navata da Giuseppe Meda nel Cinquecento. Nella cappelle laterali si collocano interessanti opere come San Carlo assunto in cielo di Giulio Cesare Procaccini, mentre nelle lunette laterali all’altare di Zanoja si trovano affreschi seicenteschi del Luini.
La chiesa ha infatti origini molto antiche e anche il nome Terra Mala, che pare essere legato a diverse leggende.
Le leggende attorno alla chiesa di San Tomaso
Tra le diverse leggende quella più realistica, o per lo meno quella che diede poi alla chiesa di San Tomaso l’appellativo Terra Mala, parrebbe essere quella relativa alla sepoltura di un prete.
Durante un passaggio del signore di Milano Giovanni Maria Visconti nei pressi della chiesa si sentì il pianto di una donna. Il Visconti si fermò e scoprì che ella stava piangendo per la perdita del marito e che il prete si era rifiutato di celebrare il funerale visto il poco denaro a disposizione delle vedova. Il signore di Milano si offrì di pagare la cerimonia e il giorno seguente, durante la sepoltura nel vicino cimitero, ordinò al prete di buttarsi nella tomba, vivo. Da allora il nome di mala o amara.