Tra le tante chiese del centro storico ce ne sono alcune più defilate rispetto ad altre, poste magari lungo la trafficata via Torino. Una di queste è la chiesa di San Fedele, situata nell’omonima piazza, proprio a due passi dal Duomo di Milano. L’edifico rappresenta uno dei più importanti esempi di architettura della Controriforma.
Chiesa di San Fedele: storia e architettura
Le sue origini risalgono al 313, quando ancora portava il nome di Santa Maria in Solariolo. Solo nel XI la chiesa fu dedicata a San Fedele.
La chiesa venne ricostruita per volere dei Gesuiti nel 1569. Nel corso degli anni si alternarono alla costruzione diversi architetti, primo fra tutti Pellegrino Tibaldi, seguito da Martino Bassi e per finire il noto Francesco Maria Richini.
L’edificio richiama quello della chiesa del Gesù a Roma ed è caratterizzato dalla presenza di una sola navata e due campate sorrette dalle colonne in granito di Baveno. All’interno si alternano cappelle e confessionali e, sull’abside, è presente un coro ligneo del Cinquecento precedentemente posto a Santa Maria della Scala, chiesa che fu sostituita dallo storico teatro.
Sotto la chiesa è presente una cripta, forse opera del Richini. Qui sono presenti le spoglie di quattro principi asburgici e, si narra, anche il cuore di Maria Carolina, la giovane figlia dell’arciduca Raniero morta di leucemia.
La chiesa e il Manzoni e informazioni sulla visita
La chiesa di San Fedele è visitabile gratuitamente tutti i giorni secondo i seguenti orari: il lunedì e il martedì dalle 7.30 alle 16.30, il mercoledì, giovedì e venerdì dalle 7.30 alle 18. Nel weekend dalle 10 e fino alle 19.30 il sabato e fino alle 20 la domenica.
Al centro della piazza che dà il nome alla chiesa si trova il monumento che rappresenta Alessandro Manzoni, in una raffigurazione in bronzo di Francesco Barzaghi del 1883. La sua collocazione ovviamente non è casuale. Si dice che la chiesa fosse il luogo di culto dello scrittore, ma che fu anche uno degli ultimi luoghi da lui visitati.
Il 6 gennaio del 1873 infatti scivolò sui gradini che ne precedono l’ingresso e batté la testa. Soli quattro mesi dopo morì. A ricordare il passaggio del Manzoni anche la targa commemorativa della comunione, presente nel secondo altare di sinistra.