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Cena di San Valentino: i consigli di Roberta Schira per un’atmosfera perfetta

Roberta Schira

Roberta Schira

Innanzi tutto rassicuriamo i lettori: “Per festeggiare San Valentino a casa non serve né essere chef, né avere un’abitazione fantastica o una cucina tecnologica. Come scrivo da 15 anni, cucinare è un atto d’amore”. Parola di Roberta Schira, scrittice e critica gastronomica, che nel suo “L’amore goloso” (Ponte alle Grazie e Tea) spiega come sedurre a tavola, tra il bon ton e il piacere intellettuale e fisico di creare un menu e un’atmosfera perfetta. “Una cena romantica deve essere un investimento più emotivo che economico: la cosa più importante è il tempo dedicato” spiega la giornalista del Corriere, autrice anche del manuale “Mangiato bene? Le 7 regole per riconoscere la buona cucina” (Salani).

Tavola e atmosfera a cena

“Evitiamo un’apparecchiatura sciatta: dimostrerebbe che abbiamo dedicato solo cinque minuti alla cena. Basta poco, anche due tovagliette all’americana, ma con un bicchiere abbinato e un tovagliolo ben piegato” spiega la Schira. “Uno degli ingredienti più importanti è la luce, spesso trascurata. È sempre più importante, anche nei ristoranti. Due luci diverse possono far sembrare la stessa persona bella o brutta oppure evidenziare una parte della casa che vogliamo far notare”.

Quanto alle luci, preferiamole laterali e non dal soffitto. Le candele creano la giusta luce morbidezza, ma non esageriamo: due sono più che sufficienti.  “La temperatura dell’ambiente, del vino, del piatto è tra gli aspetti più importanti. Se il prosecco tiepido, lo sarà anche la serata”. Se ceniamo con la nostra moglie o fidanzata, scegliamo come sottofondo musicale un brano ‘nostro’, che ha senso solo per i due partner, per aumentare la complicità. “Se la persona è conosciuta da poco, cercare di scoprirne i gusti fa parte dell’investimento emotivo”.

Mai strafare, in ogni caso: con un amico, un conoscente o il capoufficio, è un errore sempre presente. “Nella nostra società cibocentrica – spiega l’esperta – siamo tentati di dire ‘l’ho visto a MasterChef, lo faccio anch’io”. La strategia corretta è tutt’altra: “Meglio concentrarsi su due piatti che ci vengono molto bene e mettere a punto questi”. Diamo il benvenuto con un’entrée e offrendo un bicchiere di vino: “Non una bottiglia a caso – precisa la Schira – ci saremo fatti consigliare, ad esempio chi ama la natura potrebbe apprezzare il vino biologico. Insomma, raccontiamo la scelta, per il piacere di farlo o per iniziare a conoscerci”.

Coppie di lungo corso

Cosa consigliare per San Valentino alle coppie fidanzate o sposate da tempo o addirittura con prole? “Prima regola: far sparire figli, suocere, nonne. Altrimenti zero passione. L’elemento sorpresa è fondamentale: basta fare qualcosa che non si è mai fatto, ad esempio comprare due piatti diversi, una tovaglia nuova, mettere un accessorio mai indossato. Per il menu della cena: magari un piatto in meno ma un regalo dentro un dolce, anche di bigiotteria. Non servono grandi cose.

L’errore imperdonabile? “Bere troppo. Non solo per il sesso, anche per una passeggiata o al cinema è molto meglio star svegli. Investiamo qualche euro in più per bere meno e meglio. Non credo nei cibi afrodisiaci, non ne è mai stato dimostrato l’effetto. Credo però nei cibi che hanno un valore simbolico. Per la cena di San Valentino lasciamo stare pasta e fagioli, un piatto contadino. Va benissimo qualcosa di più sofisticato, se ce lo possiamo permettere. E mai rinunciare al dolce. Infine, la sincerità: mai inventare che si è preparata una cena e comprare tutto già fatto”.

San Valentino al ristorante

A cosa deve stare attento, invece, chi decide di andare in un locale? “Prima di tutto: capire chi paga, per evitare scene spiacevoli e di pessimo gusto. Paga chi invita. E per capire i gusti, spesso basta una domanda: carne, pesce o etnico? L’uomo deve sempre versare da bere e non scegliere mai per San Valentino posti molto affollati, né troppo di moda, in cui si è distratti dal passaggio di donne e uomini molto belli. Va benissimo il fuori porta, magari un ristorante sul lago o in collina. Meglio un panorama così che sul tavolo a fianco”.

Il sito di Roberta Schira

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