Una retrospettiva che racconta Carlo Ramous, nato nel 1926 e morto nel 2003, che è stato protagonista non solo del mondo della scultura italiana, ma che ha dato un notevole contributo alla città di Milano e al suo modo di vivere l’arte fuori dai soliti schemi.
Parliamo della mostra Carlo Ramous, scultura architettura città che prende il via il 12 luglio alla Triennale di Milano per concludersi il 17 settembre. Una mostra che abbiamo visitato in anteprima l’11 luglio e che vi consigliamo di vedere per tanti motivi.
Intanto perché Ramous, che era milanese, è stato un artista un po’ “dimenticato”, ma come si può intuire, vista la sua lunga vita, ha attraversato diversi momenti della storia italiana vivendo a pieno le fasi cruciali dell’arte Moderna. In secondo luogo, come abbiamo anticipato, perché a partire dagli anni Settanta passò alla dimensione dell’opera d’arte ambientale, portando appunto la scultura fuori dai palazzi e facendola arrivare nelle piazze e in altri luoghi pubblici milanesi. Inoltre, la mostra è a ingresso libero.
Se la scultura diventa parte attiva della città
Nella mostra vedrete, infatti, oltre a disegni, dipinti, bozzetti preparatori, sei grandi sculture di dimensioni ambientali tra cui Timpano e Continuità, collocate rispettivamente nel 2013 nel giardino della Triennale e nel 2017 nel Parco dell’arte dell’Idroscalo di Milano. Queste sculture introducono la visita e portano a una selezione di altre sculture che copre un arco temporale che va dalla metà degli anni Cinquanta agli anni Novanta. Un’altra sezione è invece dedicata ai rapporti di Ramous con gli architetti, che hanno dato vita alle facciate di Santa Marcellina e San Giovanni Bosco e allo stabilimento di Blois.
La carriera di Ramous, nel dettaglio, raggiunge il suo apice grazie a tre eventi di grande importanza e in tre città diverse: la partecipazione con una sala personale alla Biennale di Venezia nel 1972, la successiva esposizione delle stesse sculture a Parma nell’anno successivo e l’esposizione delle sue opere in piazzetta Reale a Milano.
Questi tre eventi sono testimoniati dalle foto di Enrico Cattaneo che ci permettono di capire come nella piazza Ramous trovò il luogo naturale della sua scultura. Per chi è nato a Milano dopo quegli anni o era bambino in quel periodo, e per chi invece ci è arrivato dopo, queste immagini in bianco e nero permettono di vedere una Milano che difficilmente avremmo potuto anche solo immaginare.
Collocare le sculture fuori da palazzi e musei è stata per Ramous una scelta voluta: quella di far scendere la scultura dal piedistallo e farla arrivare nei luoghi frequentati dalle persone in modo che vi ci potessero accostare e interagire in modo più diretto. Inoltre, la scultura – e si vede bene nelle foto – diventa così un movimento che si disegna nello spazio.
E se vi sembra che prima di questa mostra non abbiate mai sentito parlare di Ramous, sappiate che non è proprio così: ogni volta che passate da Piazza Conciliazione, potete vedere Gesto per la libertà. Il fatto che magari non ci abbiate fatto molto caso, dipende dal motivo per cui è stata anche organizzata questa mostra: far conoscere la sua opera e il suo lavoro. Sempre a Milano trovate le opere di Ramous in Piazza Miani, Piazzale Segrino, Parco Idroscalo, San Siro Ippodromo, oltre alle facciate delle chiese di Santa Marcellino e San Giovanni Bosco a Milano. Altre opere di Ramous si trovano nel giardino di Villa Arconati grazie al collezionista Walter Patscheider e alla Fondazione Rancilio.
A questa mostra peraltro è stata legato un concorso indetto dal Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo, che ha visto partecipare diverse scuole di Milano in cui sono attivi gli insegnamenti della fotografia. Le loro opere sono state presentate all’inaugurazione della mostra insieme al catalogo curato da SilvanaEditoriale con testi di Irace, Nicoletti, Antonella Ranaldi, Francesco Tedeschi e Walter Patscheider.
Carlo Ramous e il concorso su Instagram
Se quello che ha visto le scuole si è concluso da poco, un altro concorso però è ancora attivo, aperto a tutti e si svolge su Instagram. Come partecipare? Vi basta andare alla mostra e proporre sul social una vostra lettura dell’opera di Ramous.
Dovrete pubblicarla da qui fino al 14 settembre con gli hashtag #scultura, #fotografia, #carloramous e menzionando @mufoco (accertatevi di avere un profilo Instagram pubblico, altrimenti la fotografia pubblicata non risulta visibile). La partecipazione si intenderà valida dopo che il profilo @mufoco avrà messo il like sulla fotografia caricata.
La foto che avrà ottenuto più like entro il 14 settembre sarà premiata con una partecipazione gratuita a una masterclass di fotografia d’autore promossa da MICAMERA – Lens Based Arts.
Per tutte le altre informazioni riguardo al concorso vi consigliamo di visitare il sito del Mufoco.
RIASSUMENDO
Carlo Ramous, scultura architettura città
12 luglio – 17 settembre 2017
Triennale di Milano
Ingresso libero
Orari:
Martedì – Domenica 10.30 – 20.30. Lunedì chiuso
Per ulteriori informazioni: www.triennale.org