Le complicazioni di una polmonite hanno tolto la vita a 83 anni a Carlo Castellaneta, uno dei più grandi narratori di Milano, che solo da alcuni anni risiedeva a Palmanova (Udine) dopo avere vissuto quasi tutta la sua esistenza all’ombra della Madunina. Da “Storia di Milano” a “La mia Milano”, da “Amare Milano” a “Milanesi si diventa” fino alle 500 pagine del “Dizionario di Milano in 600 lemmi”: queste le pagine dedicate dal grande scrittore e cronista, che collaborò con il Corriere della Sera e fu presidente del Museo teatrale della Scala. Nel 1977 gli era stata conferita la Medaglia d’oro di civica benemerenza.
Prima di esordire nella letteratura con “Viaggio col padre” (1958) grazie a Elio Vittorini che lesse il manoscritto e lo propose a Mondadori, Carlo Castellaneta lavorò in una galleria d’arte e fu correttore di bozze nella casa editrice. Dal suo “Notti e nebbie” (1975) è stata tratta una miniserie televisiva prodotta dalla Rai, con regia di Marco Tullio Giordana.
“Non solo era milanese, ma ha raccontato nei suoi libri e nei suoi scritti l’amore per Milano” ha detto il sindaco Giuliano Pisapia, “ne ha raccontato luoghi e caratteristiche che ancora oggi possiamo riconoscere”. Per l’assessore alla Cultura, Filippo Del Corno, i suoi titoli “tradotti in diverse lingue, hanno fatto conoscere la nostra città al mondo. Castellaneta è stato molto più che ‘un buon cronista del suo tempo’, come lui diceva di essere, perché ha dedicato oltre mezzo secolo della sua esistenza a sondare il senso e l’arte della realtà che stava vivendo, sapendo cogliere e trasmettere, e in qualche caso amare, l’essenza di ciò che lo circondava. Come è successo per Milano, che oggi, riconoscente, lo piange”.