Il Castello Sforzesco di Milano ospita dal 15 aprile al 10 luglio la mostra Ca’ Brütta 1921 – Giovanni Muzio Opera Prima.
L’esposizione, organizzata da Giovanni Tomaso Muzio, responsabile dell’Archivio Muzio, dalla photo editor Giovanna Calvenzi e dalla Società Dodecaedro urbano (UrbanFile), in collaborazione con la Soprintendenza Castello, Musei Archeologici e Musei Storici (Raccolta delle Stampe “Achille Bertarelli”, Archivio Fotografico, Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana) racconterà Ca’ Brütta alla città, in occasione e a conclusione del primo, importante lavoro di restauro conservativo dell’edificio.
Ca’ Brütta si trova all’angolo tra via Turati e via della Moscova e non solo è uno dei più celebri palazzi milanesi del Novecento, ma è soprattutto il primo manifesto di una visione unitaria del legame tra edificio e città, un simbolo della cultura degli anni Venti e Trenta.
Nel giugno 1922, quando l’edificio apparve inaspettato a Milano, con la sua curva iperbolica e le alte facciate rivestite di elementi classici, sembrò così strano da essere denominato Ca’ Brütta. Perché ‘brutta’? La risposta viene dalle critiche di un anonimo cronista del Secolo che scrisse: “Mai si vide tradursi in realtà più pazza e squinternata fantasia di architetto”.
Ca’ Brütta è l’opera prima dell’architetto Giovanni Muzio (12 febbraio 1893 – 21 maggio 1982), il fondatore del “Movimento Architettonico-Urbanistico di Rinnovamento in Lombardia” che, progettando a Milano oltre cinquanta edifici, dal Palazzo dell’Arte di viale Alemagna alla sede dell’Università Cattolica a Sant’Ambrogio, ha segnato profondamente la città, modificandone il tessuto alla luce di una visione nuova. Tutte le sue opere rispondono infatti a un principio al quale Muzio resterà per tutta la vita fedele: “non c’è architettura senza urbanistica”.
La mostra, che in un dialogo tra progetti, disegni e fotografie, presenta una settantina di opere, si snoda in due sezioni: la prima – allestita nella Sala del Tesoro – offre un’ampia rilettura storica dell’edificio, sintesi ideale del rapporto tra “piccola città” e “grande casa”, integrando la documentazione dell’Archivio Muzio con materiali dell’Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana, del Civico Archivio Fotografico e della Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli.
La seconda sezione – nella Sala Viscontea – si presenta come un grande album fotografico che raccoglie i risultati di una nuova, inedita missione fotografica, che ha coinvolto 30 autori, da Gianni Berengo Gardin a Giovanni Gastel, impegnati a rileggere e interpretare Ca’ Brütta nella sua unità e nella sua infinita ricchezza di dettagli, dagli esterni agli interni, da chi la vive o la attraversa, permettendo al pubblico di impossessarsi della poetica che l’edificio ancora oggi riesce a trasmettere. Collegano il percorso le immagini di Ugo Mulas e Gabriele Basilico, che in diversi anni hanno fotografato a più riprese l’edificio di Giovanni Muzio.
In mostra, un video ripercorre l’intervento di restauro che ha riportato Ca’ Brütta al suo originario splendore. Il lavoro di squadra tra committenza, direzione lavori, supervisione artistica e le imprese che hanno eseguito i lavori (Teicos – Gasparoli – Formica), ha permesso di ritrovare le colorazioni originali dell’edificio, restituendo a Milano un’icona dell’architettura novecentista.
Durante l’esposizione, sarà disponibile una mappa della città realizzata in collaborazione con il Politecnico di Milano, che permetterà a chiunque di percorrere un itinerario tra le opere di Muzio, scoprendo un secolo di storia cittadina (download gratuito su www.cabrutta.it).
ORARI:
Da martedì a domenica 9.00-17.30
Ingresso libero