Tra i numerosi edifici di Milano ce ne sono alcuni che non sono stati sempre amati dai cittadini, soprattutto al momento della loro costruzione, perché troppo innovativi e differenti dagli stili del periodo. Tra i più noti ancora commentati con accenni negativi troviamo per esempio la Torre Velasca, il cosiddetto grattacielo con le bretelle.
Un altro edificio forse oggi meno noto ma che merita attenzione per la sua particolarità, a partire dal nome, è Ca’ Brutta. Situato in via della Moscova all’angolo con piazza Stati Uniti d’America, è stato considerato addirittura “scandaloso” quando venne edificato negli anni enti del ‘900 a causa di stili troppo moderni per l’epoca.
Storia, architettura e restauro di Ca’ Brutta
L’edificio abitativo è uno dei simboli degli anni ’20 – ’30 e sin dal suo nome, Ca’ Brutta, si può capire la denotazione negativa. L’edificio infatti venne molto criticato a causa dell’uso insolito e stravagante di elementi del linguaggio classico, come descrisse l’anonimo cronista del Secolo “Mai si vide tradursi in realtà più pazza e squinternata fantasia di architetto”.
Ma allo stesso tempo molti capirono che l’opera rappresentava il cambiamento, il balzo in avanti verso un nuovo secolo e nuovi stili. Furono soprattutto artisti come Ungaretti o Gabriele Basilisco, fotografo che dedico alla Ca’ Brutta il suo talento di ritrattista con i suoi scatti in bianco e nero.
L’edificio è la prima opera dell’architetto Giovanni Muzio, uno dei maggiori esponenti della corrente architettonica Novecento, che iniziò a lavorarci a 26 anni. L’edifico è costruito da due corpi di sei piani l’uno separati da una via privata con affacci interni.
Quando il progetto venne affidato a Muzio l’area di lavoro era già prestabilita e di ampie dimensioni: infatti era stato precedentemente proposto un progetto, delineato nei dettagli, ma inadeguato secondo i canoni del committente. La costruzione iniziò nel 1919 e terminò nel 1923.
Dal punto di vista estetico si nota un ampio utilizzo di stili classici e simmetrici alternati da un’asimmetria su via Turati; sono inoltre utilizzati un’ampia quantità di materiali differenti. L’articolazione architettonica aiuta a contribuire alla creazione di ambienti funzionali e ariosi sui tetti con ampie terrazze per gli attici dell’ultimo piano.
Nel 2013 ha avuto inizio un progetto di restauro conservativo a opera dello studio Feiffer & Raimondi: sono state rispettate sia la materia che la storia dell’edificio, andando a rimuovere il velo ocra prodotto dalla smog che ne aveva in parte rovinato le facciate per decenni. La fine dei lavori è avvenuta al termine di febbraio 2016.
Curiosità su Ca’ Brutta
Una delle caratteristiche più interessanti della casa è che fu tra le prime ad avere un garage sotterraneo riservato esclusivamente agli inquilini.