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Ci ha lasciato la voca più iconica e conosciuta del calcio italiano Anni ’90 e primi Anni 2000. Non se n’è andato, ma ci ha lasciato appunto. Bruno Pizzul è stato per tutti noi la voce sobria ed elegante delle Notti Magiche, dei Mondiali USA ’94, di quelli di Francia ’98, degli Europei del ’96 in Inghilterra e di quelli del 2000 in Olanda e Belgio. La sua affettata, eppur affettuosa voce ha accompagnato per anni le telecronache delle imprese degli Azzurri.
Le partite più celebri di Milan e Inter: telecronaca di Pizzul
Friulano nato a Cormòns, in Friuli, presto si è ritrovato protagonista anche delle eroiche e indimenticabili sfide di Coppe dei Campioni di entrambe le compagini milanese. Dall’aver accompagnato le notti europee di Milan e Inter è nato anche un legame speciale con il capoluogo meneghino. Indimenticabili per i rossoneri le telecronache delle tre finali di Coppa dei Campioni vinte nell’86, nel ’90 e nel ’94 e altrettanto indelebili per i nerazzurri il racconto sportivo del cammino vincente e della finale di Coppa UEFA del ’98. Un giornalista e telecronista, le cui espressioni in telecronaca restano incancellabili per ognuno di noi: Ehhhh peccato! Eh…poi…E’ tutto molto bello!
Pizzul e San Siro
Ma come visse la sua Milano questo celebre cronista della Nazionale? Molti se lo ricordano durante il collegamento in diretta, tutto elegante e sorridente con le due enormi cuffie in testa prima delle sfide o poco dopo. Altri, i più fortunati, l’hanno potuto vivere da vicino. A San Siro, per esempio, si racconta che prima di ogni telecronaca fosse sua abitudine recarsi al bar e godersi un buon boccale di birra. E se qualcuno lo stuzzicava per sapere se fosse a tinte nerazzurre o rossonere, Lui, con aplomb, rispondeva che tifava per una buona telecronaca e una birra fresca.
Pizzul: le telecronache dei derby più celebri
D’altronde Pizzul era molto legato alla città milanese, anche perché spesso toccava a lui raccontare in diretta i celebri derby di quegli anni. Sua è stata la telecronaca di Milan-Inter 1-0 dell’aprile 1992, il derby di Coppa Italia Milan 2-1 Inter del 1985, la Supercoppa Italiana 1994 – Milan 1-0 Inter del 1994 e infine nel 2002-03 il derby d’andata della semifinale di Champions League tra Milan e Inter per alcune emittenti radiofoniche e in interviste post-partita. Altri ancora ne ha commentati nel corso degli anni ’90 per la RAI, cercando sempre di non incalzare troppo gli spettatori con toni sopra le righe né di mostrarsi fazioso per l’una o l’altra parte. In una sfida particolarmente accesa dal punto di vista fisico con ammonizioni e scontri, riuscì sempre con ironia inglese a criticare l’accaduto, ma senza mai accentuarlo: “Beh, più che calcio sembra wrestling!”.
Pizzul e Milano: dove viveva e dove passava le giornate
Bruno Pizzul non fu solo la voce di Milan, Inter, della Juventus, del Parma, della Lazio, del Torino e, come detto prima, soprattutto della Nazionale. Pizzul visse anche la città meneghina, dove arrivò nel lontano 1969 per quarant’anni. Sia perché c’erano gli studi RAI e sia perché i suoi figli nacquero a Milano. Viveva in via Losanna e si muoveva verso gli studi televisivi sempre in bicicletta. Non era solo uomo di calcio, infatti, ma anche di altri sport. Fra questi il ciclismo, per cui i milanesi lo ricordano come semplice partecipante a Bicinfesta nel 2015 o le bocce. Fra i suoi altri hobby si possono segnalare il biliardo e il gioco delle carte. Amava lo sport a tal punto da diventare l’emblema dello sportivo appassionato, ma mai sopra le righe. Al punto da essere invitato come rappresentate per lo sport in uno dei più celebri eventi di Milano del 2014. Fra i locali più graditi al telecronista friulano c’erano il Derby, celebre locale di cabaret e alcuni dei più rinomati ristoranti della Milano di allora.
Pizzul e i calciatori di quegli anni
Come ha riportato proprio oggi Mauro Cerri del Giorno Pizzul non tifava per nessuna squadra di Milano e piuttosto simpatizzava per allenatori o giocatori a seconda del momento. In un clima, che a differenza di oggi, era meno social e più umano poteva capitare di ridere e scherzare con i beniamini dei tifosi. Aldo Serena racconta sul Corriere del Veneto che un giorno, mentre Pizzul era in bicicletta, l’ex centravanti di Milan e Inter si camuffò con occhiali scuri e cappellino per chiedergli indicazioni su Milano. Quando Pizzul capì di chi si trattava, lo mandò a quel paese con bonaria simpatia.
Sicuramente un uomo cresciuto nelle tradizioni del dopo guerra e rispettoso di tutti. Non solo i telespettatori, che con elegante etichetta definiva “gentili”, ma anche verso i calciatori. Se è vero che uno di quegli eroi Roberto Baggio proprio oggi sul suo profilo Instagram ha salutato così Bruno Pizzul:
“Ciao Bruno, mancherai a tutti!” La tua voce riecheggia per l’eternità.
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Pizzul: la voce più gradita degli anni ’90
Era un’altra epoca. Non c’erano tendenze, non c’erano social e lui Bruno rappresentava per tanti giovani sportivi -fra cui il sottoscritto – la voce pacata e professionale di chi sa raccontare una partita di calcio, di chi la sa trasmettere in ogni casa senza mai trasformare la telecronaca in una sequenza di voci assordanti e fastidiose. Un’epoca in cui l’Italia calcistica sognava e attendeva solo che Lui, sì lui Bruno Pizzul, esclamava: “Ed è goal!”!. A quel punto si, si poteva gioire di quartiere in quartiere senza diretta social o # per quegli eroi lontani eppur così umanamente vicini. Proprio come lo era Lui: l’uomo di cultura e di calcio che girava per il mondo scoprendo le varie curiosità, ma senza mai dimenticare la propria Terra: l’Italia e il Friuli.