Milano nei suoi aspetti più reconditi può essere scoperta anche attraverso un libro, o meglio una raccolta di libri. Così era Milano, Porta Vercellina – Porta Ticinese – Porta Romana – Porta Orientale – Porta Nuova – Porta Comasina di Bruno Pellegrino, edito da Meravigli-Edizioni Meneghine, si articola in sei volumi riccamente illustrati e dedicati alla storia delle porte cittadine.
In un migliaio di pagine, che si leggono tutte d’un fiato, l’autore – milanese d’adozione da una vita – conduce il lettore alla ricerca e alla riscoperta di quegli angoli, edifici e monumenti meno noti di Milano in una ideale passeggiata, un lungo vagabondaggio attraverso le sei zone storiche cittadine, che convergono davanti al Palazzo della Ragione in piazza Mercanti.
Nel contesto della manifestazione Bookcity 2013 in corso a Milano, Bruno Pellegrino presenta domenica 24 novembre alle ore 17,30 presso il Civico Museo Archeologico in corso Magenta il volume Così era Milano – Porta Vercellina. L’incontro è a ingresso libero.
Il sestiere di Porta Vercellina – che con l’Unità si chiamerà di Porta Magenta in ricordo della vittoriosa battaglia della II guerra d’indipendenza – prendeva nome dall’omonimo varco romano già campeggiante dove oggi la vie S. Maria alla “Porta” e S. Giovanni sul “Muro” convergono sul corso Magenta.
Ne costituisce il cuore – el sciroeu, direbbero i vecchi milanesi – la piazza Sant’Ambrogio che accoglie la Basilica più bella della città, il campanile più antico e l’unica sopravvissuta di quella dozzina di Pusterle che una volta scandivano la cerchia della mura comunali.
Poche centinaia di metri più a nord si dipana il corso suddetto, nel cui tratto iniziale si fronteggiano la più fastosa facciata rococò nostrana – Palazzo Litta – e quello scrigno d’arte pittorica rinascimentale che è la chiesa-museo di San Maurizio. E, accanto, gli avanzi venerandi della Milano romana: la Torre di Massimiano e quella Quadrata che già appartenne al Circo imperiale, sulle cui orme serpeggia la via Cappuccio, il “Monte Napoleone” del Duecento.