Enrico Berlinguer è stato uno dei politici più rispettati del panorama italiano degli ultimi 50 anni. La sua figura, al netto di posizioni politiche più o meno condivisibili, anche in seno al Partito Comunista, è stata una delle più popolari e trasversali nel Paese, insieme a quella di Sandro Pertini.
Al di là di alcuni documentari (ultimo in ordine cronologico l’ottimo Prima della fine di Samuele Rossi), al cinema Berlinguer non è mai stato raccontato finora in maniera totale. Basta aspettare il 31 ottobre per guardare un film sulla sua figura. Berlinguer. La grande ambizione, film diretto da Andrea Segre e distribuito da Lucky Red, racconta i momenti salienti della vita politica del leader comunista sardo.
Dallo sventato attentato in Bulgaria nel 1973 ai viaggi (poco fortunati) a Mosca, passando per momenti che hanno segnato il nostro Paese come il Compromesso Storico con la DC e, soprattutto, il rapimento e omicidio di Aldo Moro.
Uno spaccato fondamentale della storia italiana, narrata da Segre con piglio quasi documentaristico, alternando scene recitate a spezzoni d’epoca. Un filo narrativo, asciutto, senza particolari (e sterili) slanci.
Il film Berlinguer. La grande ambizione racconta anche il privato del segretario. La quotidianità con moglie e figli, l’amore per il mare della sua Sardegna e la barca, il poker. Intimità , certo, ma raccontata con sguardo discreto, quasi imbarazzato. Con un Elio Germano da applausi. Nel cast del film anche Paolo Pierobon (Giulio Andreotti), Roberto Citran (Aldo Moro), Paolo Calabresi (Ugo Pecchioli) e Francesco Acquaroli (Pietro Ingrao).