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Ci sono autori che sanno rinnovarsi pur rimanendo fedeli a se stessi, Carlo Verdone è tra questi.
Nel suo ultimo lavoro, Benedetta follia, distribuito in sala dall’11 gennaio, sono rintracciabili delle costanti, ma anche uno sguardo che riesce e vuole star al passo coi tempi.
Benedetta follia: la trama
Guglielmo, uomo di specchiata virtù e fedina cristiana immacolata, è proprietario di un negozio di articoli religiosi e alta moda per vescovi e cardinali: è uno di quelli che “una moglie è per sempre”.
Se non fosse che la sua Lidia (Lucrezia Lante Della Rovere), devota consorte per 25 anni, decide di mollarlo proprio nel giorno del loro anniversario, stravolgendo il suo mondo e tutte le sue certezze. Ma poi nel suo negozio arriva un’imprevedibile candidata commessa: Luna (Ilenia Pastorelli), ragazza sfrontatissima e travolgente, volenterosa ma altrettanto incapace, e adatta a lavorare in un negozio di arredi sacri come una cubista in un convento. Da quel giorno niente sarà più come prima: Luna lo iscrive a Lovit, la app più hot del momento, e Guglielmo scoprirà il sorprendente mondo degli appuntamenti al buio e gli esilaranti tentativi di donne disposte a tutto pur di trovare l’anima gemella. Letizia, Raffaella, Adriana: incontri imbarazzanti, buffi e sorprendenti o incontri casuali come quello con Ornella (Maria Pia Calzone). E visto che la realtà supera l’immaginazione, le vite di Guglielmo e Luna avranno dei risvolti totalmente inaspettati. Perché le vie dell’amore sono infinite.
Benedetta follia: la recensione del film di Verdone
“La stagione dell’amore viene e va/ I desideri non invecchiano quasi mai con l’età/ Se penso a come ho speso male il mio tempo/ Che non tornerà, non ritornerà più” canta Battiato ne ‘La stagione dell’amore’, ma proprio in virtù di quei desideri che non invecchiano (al massimo son sopiti), qualcosa scatta in Guglielmo. A portare il cosiddetto friccichio è Luna, ma attenzione, non è come sembra, l’uomo non si invaghisce di lei, potremmo dire che la donna diventa una cupido 2.0.
Il Verdone sceneggiatore (qui insieme a Nicola Guaglianone Menotti) e regista asseconda le doti naturali di Ilenia Pastorelli (l’abbiamo vista in ‘Lo chiamavano Jeeg Robot‘ di Gabriele Mainetti), un’attrice che colpisce nel segno per la spontaneità che emana in questo ruolo; mentre il Verdone attore resta fedele al suo rendere anche mimicamente ogni espressione del volto, anche la più buffa o derivante da imbarazzo.
Tra le scene memorabili di Benedetta follia, a parte una al ristorante che non vogliamo rivelarvi, ma che potrebbe essere annoverata tra quelle cult richiamandone un’altra, c’è quasi un ribaltamento del fatidico momento dello shopping in ‘Pretty Woman‘. Ma il film di Garry Marshall non è l’unico a esser citato, si passa, infatti, da ‘Vacanze romane‘ di Wyler a ‘Il grande Lebowski‘ dei fratelli Coen fino a citare precedenti lavori dello stesso Verdone.
L’artista riserva molto spazio alle donne, dimostrando di nutrire molto amore e fiducia nei loro confronti. “Avevo voglia di cambiare, di tornare a esplorare le donne di oggi con i loro tic, le loro paturnie e con le loro qualità, e volevo farlo attraverso lo specchio del mio personaggio, con le sue fragilità e le sue nevrosi”, ha dichiarato. Il bello di Benedetta follia è che si riconosce la cifra dell’autore di ‘Grande grosso e Verdone‘, il quale arriva a prendersi in giro – autoironicamente – allo specchio e non solo, ma calandosi nei tempi di oggi (e le chat d’incontri ne sono soltanto un esempio), svelando la maschera di ciò che siamo.
Voto: 6,5
Una frase
Voglio vivere, non voglio esistere